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I numeri in chiaro, Taliani: «Il rapporto tra positivi e ricoveri è il migliore di sempre: mai così bene dall’inizio della pandemia»

Secondo la professoressa di malattie Infettive alla Sapienza, oggi i vaccini ci fanno stare più tranquilli di quanto non siamo mai stati

Continua a crescere il numero dei nuovi positivi al Coronavirus registrati ogni 24 ore, e sale, di conseguenza, anche il numero degli ospedalizzati. Eppure, nonostante le cifre assolute ci parlino di un peggioramento progressivo in corso da circa due settimane, dietro i dati di questi giorni si cela una buona notizia. Come spiegato dalla professoressa Gloria Taliani, docente di Malattie infettive dell’università La Sapienza di Roma. Pur a fronte di una risalita dei contagi («per ritrovare un numero analogo bisogna risalire al 26 di maggio, con la differenza che allora si era in calo»), i dati ci dicono una cosa molto buona: il rapporto tra casi positivi e i ricoveri è il migliore di sempre. «Dall’inizio della pandemia non abbiamo mai avuto un bilancio così favorevole», ha spiegato Taliani.

A oggi in terapia intensiva ci sono 178 pazienti, e i ricoverati con sintomi sono 1.392: numeri molto simili a quelli di inizio luglio, quando però i positivi erano i 45 mila, molti meno rispetto a oggi, che ne contiamo 66.257. Cosa significa? «Una cosa molto semplice: che i vaccini stanno davvero evitando le forme gravi della malattia. Oggi solo 0,27 pazienti su 100 accedono alle terapie intensive: è il valore più basso in assoluto dal giorno in cui abbiamo iniziato a monitorare la pandemia, a febbraio del 2020. Soltanto il 27 agosto dello scorso anno avevamo un valore simile, quando era in rianimazione lo 0,3% dei positivi e quando il controllo sull’epidemia era in un momento molto favorevole». Anche il dato sui decessi ci racconta una storia simile (oggi 7): per trovare un numero di morti così basso, ricorda Taliani, dobbiamo tornare a settembre 2020.

I numeri dopo due settimane dalla finale degli Europei

Il virus, comunque, continua a circolare. Ma oggi le persone infette, dice la professoressa, «ci preoccupano molto meno di prima in quanto a gravità dei sintomi». Questo non toglie che dobbiamo mantenere un determinato atteggiamento di prudenza, ricorda Taliani, ma «bisogna comunque valorizzare gli effetti benefici dei vaccini». Intanto sono passate esattamente due settimane dalla finale degli Europei di calcio, l’arco di tempo necessario per calcolare in toto gli effetti di un evento superdiffusore sulla situazione pandemica. Per la professoressa Taliani non c’è dubbio che una parte dei contagi registrati in questi giorni di risalita sia dovuta alle serate di festa in piazza legate ai successi degli azzurri, ma sarebbe sbagliato considerarli l’unico fattore. «Questo è un periodo in cui ogni occasione è buona per ritrovarsi, perché le persone hanno bisogno di incontrarsi dopo mesi e mesi di divieti e restrizioni», spiega la professoressa. «Il problema è che questa voglia di stare insieme si manifesta in presenza di una variante più diffusiva (la Delta, ndr), che peggiora il bilancio dei positivi. Ma oggi abbiamo una massa di immuni e immunizzati da opporre agli effetti della malattia che ci fa stare più tranquilli. Più di quanto non lo siamo mai stati».

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