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Veleno, la verità del «bambino zero». Pablo Trincia: «Racconto coerente che rafforzerebbe le accuse contro lo psicologo di Bibbiano» – L’intervista

14 Giugno 2021 - 13:14 David Puente
L'autore del podcast commenta l'intervista rilasciata al quotidiano «La Repubblica» dal giovane da cui, alla fine degli anni Novanta, partì l’inchiesta di Modena e poi quella giornalistica

«Davide non fa che confermare quello che noi abbiamo sostenuto», dichiara il giornalista Pablo Trincia a Open, interpellato a seguito dell’intervista apparsa su La Repubblica dell’oggi trentunenne Davide di cui vi abbiamo parlato in un precedente articolo. Pubblicato da Trincia nel 2017, il fortunato podcast Veleno – di cui il giornalista è autore insieme ad Alessia Rafanelli – aveva portato alla luce molte realtà sull’inchiesta sui «Diavoli della Bassa Modenese», nella quale Davide non fu l’unico “bambino” a ritrattare le accuse nei confronti delle loro famiglie.

Il post Facebook di Pablo Trincia con Davide, ossia il “bambino zero” chiamato “Dario” nella serie inchiesta Veleno.

Davide Tonelli è in realtà “Dario Galliera”, nome dato al “bambino zero” nella serie inchiesta Veleno. Trincia ci racconta che aveva parlato la prima volta con il giovane cinque anni fa, ma la madre affidataria avrebbe fatto pressioni per interrompere ogni dialogo con il giornalista: «Gli aveva messo addosso la paura di noi, quindi non lo abbiamo più visto. Alcuni mesi fa si era rifatto vivo con me riconfermando il tutto e aggiungendo ulteriori dettagli che non conoscevo». Un incontro testimoniato da una foto pubblicata dal profilo Facebook del giornalista del 25 maggio 2021, dove scrive: «Sono fiero di poter dire che è un mio amico».

«I suoi racconti sono sempre arrivati attraverso terze persone, quasi mai attraverso di lui direttamente». Con Trincia, invece, raccontava la sua verità: «Da quando è adolescente ha capito che aveva raccontato cose non vere perché gli erano state fatte dire in quel modo, ma non aveva mai creduto a quelle robe». Infatti, come racconta Trincia a Open, il giovane era stato convinto dalla famiglia affidataria: «Lui ha fatto un racconto molto coerente [l’intervista a Repubblica N.d.R.]. Ha continuato a dire alla madre affidataria che a lui non era successo niente, ma questa donna ha continuato per anni a dire invece quelle cose erano successe, che le storie dei cimiteri erano vere, che gli abusi erano veri. Quando gli abbiamo chiesto quale era il suo ricordo più doloroso ci ha risposto: “Quando sono stato allontanato dalla mia famiglia naturale”».

Davide, intervistato da Repubblica.

Pablo Trincia, durante la nostra telefonata, ci racconta un retroscena di un incontro avvenuto tra Davide e Claudio Foti a Bibbiano poco tempo dopo l’uscita del podcast: «La madre affidataria lo portò da lui, Foti lo ha incontrato e gli avrebbe detto “Tu devi raccontare quello che ti è successo nei cimiteri altrimenti dai ragione a Trincia”. Questo è quello che Davide ci ha raccontato».

Davide, il “bambino zero” dell’inchiesta Veleno. Fonte.

Il collegamento con Bibbiano è inevitabile e risulta del tutto controproducente per la difesa di Claudio Foti: «C’è un altro minore, che fa parte dell’inchiesta di Bibbiano, che racconta le stesse cose che sostiene ala procura di Reggio. Il racconto di Davide rafforzerebbe le accuse di manipolazione contro Claudio Foti». Nel frattempo i rapporti con la madre affidataria si sono interrotti, come racconta ancora Trincia: «Oggi non gli parla più. Racconta di volere comunque bene a sua madre affidataria e chiede solo di essere creduto».

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