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Spagna, il governo approva la grazia ai separatisti catalani: «Rimane il divieto di ricoprire cariche pubbliche»

Le pene per i politici e attivisti, condannati dopo il referendum del 2017, andavano dai 9 ai 13 anni di carcere

Il governo spagnolo ha approvato in Consiglio dei Ministri i decreti che concedono l’indulto parziale ai nove leader della Catalogna condannati al carcere dopo il referendum separatista del 2017. Tra i politici e attivisti attualmente reclusi – le cui pene vanno dai 9 ai 13 anni – c’è l’ex vicepresidente regionale catalano Oriol Junqueras. La svolta del partito di coalizione di centrosinistra formato dal Partito Socialista e Unidas Podemos, sembra essere una mossa per aprire futuri negoziati con la nuova amministrazione regionale catalana e indipendentista. «La motivazione principale dell’indulto è la sua utilità per la convivenza», ha dichiarato ieri Sánchez. «Potremmo tornare ai rimproveri, rimanere bloccati sui problemi».

Tuttavia, l’indulto è solo parziale, ha spiegato Sanchez. I decreti d’indulto mantengono attiva la proibizione ai condannati di ricoprire cariche pubbliche per il tempo restante della pena e impongono come condizione per la loro validità che gli interessati non commettano ulteriori reati gravi «per un periodo di tempo determinato». Ora per Junqueras, e gli ex assessori regionali Raül Romeva, Jordi Turull, Joaquim Form, Josep Rull e Dolors Bassa, l’ex presidente del Parlamento regionale Carme Forcadell e gli attivisti Jordi Sànchez e Jordi Cuixart resta da chiarire di quali permessi godranno e quando arriveranno gli ordini di scarcerazione. Intanto, i partiti dell’opposizione spagnola sono già sul piede di guerra. Il centrodestra del Partito Popolare, i liberali di Ciudadanos e l’estrema destra di Vox hanno annunciato ai media che porteranno avanti azioni legali per bloccare l’iniziativa del governo. Il governo – secondo quanto rivela El País – ha però preparato dei decreti d’indulto inattaccabili dal punto di vista legale.

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