Ue, via libera a cinque terapie anti-Covid entro ottobre. Ecco come verranno selezionate

Presto l’Unione europea selezionerà almeno cinque trattamenti promettenti contro la Covid-19, quattro saranno monoclonali

Fino a oggi non esistono cure contro il nuovo Coronavirus. Anche l’emergere del farmaco remdesivir tra quelli coi maggiori riscontri non ha chiuso la corsa al farmaco. La Commissione europea si è inoltre impegnata a trovare entro ottobre fino a dieci farmaci contro la Covid-19. Al momento si dovrebbe partire da una pase di cinque terapie ritenute promettenti: un immuno-soppressore (il baricitinib, autorizzato al momento per l’artrite reumatoide) e quattro anticorpi monoclonali. Anche in questo caso però, non si parla di cure vere e proprie, assunte le quali si guarirebbe immediatamente a prescindere dalle proprie condizioni di partenza. Dal 6 maggio 2021 la Commissione ha varato una strategia per la ricerca scientifica, lo sviluppo e l’iter di autorizzazione delle nuove terapie. La Health emergency preparedness and response authority (HERA) sarà inoltre incaricata di realizzare una piattaforma per mappare in maniera interattiva le future terapie promettenti, ma il progetto non vedrà la luce prima della metà del 2022. Le procedure verranno snellite come già previsto dal metodo della rolling review, che permette di arrivare all’approvazione dei farmaci evitando tutti i rallentamenti burocratici, ma senza sacrificare il tempo dovuto alla corretta produzione e verifica degli studi.


«L’elenco iniziale di cinque terapie è un’istantanea delle terapie COVID-19 più avanzate in termini di sviluppo. Queste terapie sono già in fase di valutazione da parte dell’EMA, e possono teoricamente essere approvate entro la fine dell’anno, se i dati clinici confermeranno che sono sicure ed efficaci – spiega il comunicato della Commissione – La Commissione sta inoltre lavorando a un quadro per un portafoglio di terapie più ampio e diversificato con l’aiuto del gruppo di esperti HERA sulle varianti. Inizialmente sarà un elenco di almeno 10 terapie ed evolverà in una mappatura continua dello sviluppo terapeutico».


Si stanno già organizzando gli approvvigionamenti

Inoltre, si sta già premendo l’acceleratore sull’unico farmaco attualmente riconosciuto, il già citato remdesivir. E si stanno organizzando gli approvvigionamenti anche per altri trattamenti:

«L’8 ottobre 2020 la Commissione ha firmato un contratto quadro di appalto congiunto con l’azienda farmaceutica Gilead per la fornitura di un massimo di 500 000 cicli di trattamento di remdesivir […] per il trattamento di pazienti affetti da COVID-19 che necessitano di apporto di ossigeno».

«Dalla fine di ottobre 2020, la Commissione ha firmato oltre 70 contratti di appalto congiunto per 19 medicinali (analgesici, antibiotici, miorilassanti, anestetici, rianimazione), compreso il desametasone, per il trattamento dei casi più gravi di COVID-19 nelle unità di terapia intensiva».

Per quanto riguarda gli anticorpi monoclonali, la Commissione informa che è stato già costituito un contratto d’appalto per i monoclonali casirivimab e imdevimab, firmato l’aprile scorso, mentre sono in corso trattative per l’approvvigionamento di altri. 

Foto di copertina: ANSA/TWITTER/URSULA VON DER LEYEN

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