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Malika e la polemica sulla raccolta fondi: «È vero, con i soldi ho comprato una Mercedes»

01 Luglio 2021 - 07:37 Redazione
malika chalny raccolta fondi mercedes
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La ragazza cacciata di casa dalla famiglia perché lesbica nei guai per come ha speso i soldi donati nei mesi scorsi

Malika Chalhy, la ragazza di Castelfiorentino finita sui giornali nei mesi scorsi perché è stata cacciata di casa dalla famiglia in quanto lesbica, finisce nei guai per come ha utilizzato i soldi delle raccolte fondi a lei intestate. La 22enne ha acquistato una Mercedes, come ha detto lei stessa in un’intervista rilasciata a Selvaggia Lucarelli su The Post Internazionale. «Ho preso la casa in affitto a Milano, abbiamo dato un anno di affitto più duemila euro di caparra. Poi ho pagato dentista, avvocato, ho comprato dei vestiti. Non avevo niente, era rimasto tutto a casa dei miei. Adesso ho avuto delle spese per la macchina», ha sostenuto Malika spiegando che l’acquisto le è costato intorno ai 17 mila euro.

La ragazza era stata taggata in un post su Instagram da Gaia Zorzi, sorella di Tommaso, il vincitore del Grande Fratello Vip del 2020. Nei giorni scorsi aveva poi sostenuto che l’auto fosse della sua fidanzata. Poi con Tpi ha ritrattato e si è scusata: «Sì ho detto una bugia. Mi scuso. Mi è stato chiesto che ero sotto pressione. Io ho vissuto di tutto in questi mesi, sono stata buttata fuori di casa, ho i beni sequestrati, hai idea? Per me è un modo sbagliato di fare giornalismo questo». Poi si parla delle due raccolte fondi e della destinazione dei soldi di quella principale, arrivata a 140mila euro. Malika aveva annunciato di voler destinare i soldi in beneficenza ma non l’ha ancora fatto.

La sua agente e portavoce fa sapere che la ragazza voleva costruire insieme a Laura Boldrini una fondazione per le donne vittime di discriminazioni: «Abbiamo cercato di coinvolgerla ma lei non sta bene e la cosa si è allungata un po’». Sul punto però, sempre a Tpi, è arrivata la smentita dell’ex presidente della Camera: «Tengo a precisare che mai è stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondi. Si tratta perciò di una vera e propria fake news. Il mio nome quindi viene tirato in ballo in maniera totalmente impropria».

Malika Chalhy aveva denunciato di essere stata «cacciata di casa dalla famiglia perché lesbica». I suoi genitori, dopo il coming out, le avrebbero detto: «Se torni ti ammazziamo, meglio 50 anni di carcere che una figlia lesbica». Dopo il suo racconto, che aveva anche causato l’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Firenze, era nata una gara di solidarietà e lei ringraziò tutti su Facebook: «Grazie. Per una parola, un gesto, un abbraccio virtuale. Vi leggo tutti, ma siete veramente tanti. Porto avanti questa battaglia con coraggio, per i ragazzi che stanno passando quel che ho passato e sto passando io, per i bambini del futuro, per quel che conta nella vita… l’amore. Vi chiedo soltanto di non dimostrare odio, offese e parole brutte verso i miei “genitori”, per quanto siano anche comprensibili. Vi abbraccio tutti».

Successivamente i genitori le avevano anche tolto la residenza e avevano cambiato la serratura di casa, impedendole così di poter ritirare i vestiti e le sue cose. Il fratello Samir, in un’intervista rilasciata a Le Iene, aveva dichiarato che la madre e il padre avevano fatto richiesta di disconoscimento. Poi se l’era presa anche lui con Malika: «Io non prendo le parti di una persona che fa schifo. Ci doveva riflettere molto bene. Questa reazione da parte dei miei, lei la conosceva nei minimi dettagli. È una cosa che andrà avanti per anni. Ci vorranno anni prima di mettersi tutti e quattro a tavola e mangiare un boccone insieme. La prima cosa che mia mamma mi ha detto è stata “per la droga c’è la cura, per questo no”, loro la reputano proprio una malattia».

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