Ddl Zan, l’appello di Salvini: «Testo condiviso entro domani con aumenti di pena per chi discrimina». Renzi: «Col voto segreto si rischia»

«Se togliamo l’ideologia e l’attacco alla libertà di pensiero, intervenendo sugli articoli 1, 4 e 7, si smette di litigare», dice il segretario della Lega. Il leader di Iv: «Voteremo ma c’è il rischio affossamento». Iv vuole cambiare gli articoli su identità di genere e libera espressione

«Se andiamo sotto su un emendamento a scrutinio segreto, questa legge è morta e ne riparliamo tra anni»: Matteo Renzi spiega così oggi in un’intervista a la Repubblica la posizione di Italia Viva sul Ddl Zan. Il senatore di Scandicci sostiene che non si è accordato con Salvini per affossarla. Ma intanto proprio il leader della Lega lancia un appello per cambiare il testo: «Accogliamo l’invito della Santa Sede, troviamoci entro domani e condividiamo insieme un testo che aumenti le pene per chi discrimina o aggredisce due ragazzi o due ragazze che si amano, la libertà di amare è sacra. Se dal ddl Zan togliamo l’ideologia, il coinvolgimento dei bambini e l’attacco alla libertà di pensiero, intervenendo sugli articoli 1, 4 e 7, finalmente si smette di litigare e si approva una norma di protezione e civiltà». E ancora: «Se il Pd invece rifiuterà ascolto e dialogo, invocati anche da tante associazioni e movimenti di gay, lesbiche e femministe, si assumerà la responsabilità di affossare questa legge. A me non interessa litigare, io lavoro per risolvere i problemi e proteggere gli italiani».


Quali sono le modifiche chieste da Italia Viva al Ddl Zan

Renzi sostiene che la terza lettura alla Camera si possa realizzare «in venti giorni». Poi annuncia che se salta il compromesso con la destra «la votiamo, senza dubbio. Ma se non passerà deve essere chiaro chi porta la responsabilità del fallimento». La proposta di Iv parte dal ritorno alla legge Scalfarotto e vuole sopprimere gli articoli sull’identità di genere e sulla libera espressione. La data chiave è il 13 luglio: quel giorno dovrebbe arrivare la calendarizzazione in Aula. Ma senza relatore e con l’incognita del voto segreto.


I punti contestati sono quelli che riguardano l’identità sessuale, la libertà di espressione e la giornata contro l’omofobia nelle scuole, già criticata dal Vaticano. In particolare, Iv vuole stralciare dall’articolo 1 le definizioni sull’identità di genere: “L’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso” o non si è “concluso un percorso di transizione”. Chiede la modifica dell’articolo 4 nel punto in cui recita che tutte le idee sono salve e accettabili “purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. E vuole inserire l’autonomia scolastica nell’articolo 7 che dichiara la giornata nazionale contro l’omotransfobia.

Tutte modifiche che vedono a favore Lega e Forza Italia e contrari il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle. L’ex ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina scrive su Twitter che «chi sta sabotando la legge contro l’omotransfobia ha un nome e cognome, anzi due nomi: Matteo e Matteo». Mentre per la Dem Monica Cirinnà la proposta di Iv è «una provocazione. Il problema dei numeri non c’è se Italia Viva non fa mancare i suoi voti. Lo abbiamo visto nell’ultima fiducia al governo Conte: siamo più di 160. Se poi si vogliono accordare con la Lega per altri motivi lo dicano chiaramente». Anche Ivan Scalfarotto al Corriere dice che Iv in ogni caso è pronta a votare il testo anche al Senato ma avverte: «Rischiamo un Vietnam. A quel punto o la va o la spacca».

La conta in Aula sulla legge Zan

L’agenzia di stampa Ansa scrive che al momento, contando anche Iv, il margine per l’approvazione del ddl Zan è di 10 voti a favore senza considerare i tranelli dei voti segreti. La Repubblica conta oggi 141 favorevoli in totale (Pd, M5s, Leu, Maie e parte del Misto) e 135 contrari (Lega, FdI, Forza Italia): i 17 senatori di Italia Viva sono l’ago della bilancia. Il pericolo è che se non si trova un accordo su un testo condiviso gli emendamenti vengano presentati in Aula e approvati al momento del voto, causando il cambio del testo e la necessità di una nuova lettura alla Camera. Ma senza accordi preventivi tra i partiti a quel punto il Ddl verrebbe definitivamente affossato. Almeno per questa legislatura. «L’ipocrisia di chi urla sui social, ma sa che al Senato non ci sono i numeri è la vera garanzia dell’affossamento della legge. Se andiamo sotto su un emendamento a scrutinio segreto, questa legge è morta e ne riparliamo tra anni», dice Renzi: « Preferisco aspettare venti giorni con una buona legge che far saltare tutti e dover aspettare altri dieci anni». Intanto Isabella Conti, la candidata di Iv alle primarie bolognesi, si smarca: «La legge Zan? Io la voterei subito».

Leggi anche: