Anche Italia Viva vuol cambiare il Ddl Zan, la Lega esulta. Rischio pantano: così la conta è da rifare

Il testo, probabilmente, dovrà essere riscritto e ritornare alla Camera dei deputati, con il rischio che la legislatura finisca prima che l’Italia si doti di una legge contro l’omotransfobia

Italia Viva, per l’ennesima volta in questa legislatura, è l’ago della bilancia che può dare una maggioranza al centrosinistra o togliere il sostegno agli ex compagni del Pd. Questa volta è attorno al ddl Zan, un disegno di legge diventato identitario per la segreteria di Enrico Letta, che si consuma lo strappo con i dem: al tavolo politico di confronto sulla norma contro l’omolesbobitransfobia, i renziani hanno riproposto un testo simile a quello presentato nella passata legislatura dal sottosegretario Ivan Scalfarotto, con le modifiche “suggerite” dal Vaticano. La Lega esulta. Questa mossa fa dissolvere la già vacillante maggioranza che il centrosinistra avrebbe avuto al Senato. «Veramente quello che chiede la Lega – rispetto agli emendamenti di Italia Viva – è un po’ diverso», chiarisce, però, Andrea Ostellari. Il presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama ribadisce: «Noi siamo comunque a disposizione per dare agli italiani una legge chiara, che difenda le persone da discriminazioni e violenze».


Ddl Zan a rischio pantano: Italia Viva vuol modificare il testo

Chi non nasconde la vittoria politica del centrodestra più Renzi è il capogruppo leghista al Senato. «A questo punto, penso ci sia una maggioranza parlamentare che vuole modificare il ddl Zan», afferma Massimiliano Romeo. I cambiamenti che Italia Viva vuole apportare al testo riguardano l’identità di genere, che vorrebbero stralciare dai primi articoli, l’eliminazione dell’articolo quattro sulla libertà di espressione e un chiarimento più sulle iniziative scolastiche, da svolgersi nel rispetto dell’autonomia didattiche delle scuole cattoliche.


Nonostante le divergenze, il centrosinistra tutto (Italia Viva inclusa) punta a far approdare in aula il disegno di legge il 13 luglio, sottoponendolo al rischio di un fuoco amico fatto di emendamenti. Uno scenario che fa gongolare Matteo Salvini. «Spero che la legge contro l’omofobia sia in dirittura d’arrivo. La gente ci chiede soluzioni ai problemi del lavoro, non polemiche. Quindi colpire chi discrimina o aggredisce qualcuno solo per scelta d’amore è un dovere. Mandare l’ideologia gender sui banchi di scuola e inventarsi reati di opinione, censure e bavagli, invece, non fa parte delle mie priorità».

L’asse Pd-M5s non resta a guardare le esultanze di avversari ed ex compagni. Alessandra Mariorino, senatrice grillina tra le principali promotrici del testo in commissione giustizia, incalza i renziani: «Le proposte di modifica di Italia Viva sono veri cavalli di Troia». Netta anche la dem Laura Boldrini: «Itala viva sta proponendo lo svuotamento del ddl Zan». Ma è Monica Cirinnà, senatrice da sempre molto attiva per i diritti civili e che ha dato il nome alla legge sulle unioni civili, approvata quando a Palazzo Chigi c’era Renzi, ad attaccare più duramente: «Ridicole le proposte renziane, cercano di prepararsi a future alleanze con il centrodestra». Da Forza Italia, poi, la senatrice Licia Ronzulli – che ha scritto la proposta alternativa al ddl Zan del centrodestra -, accusa la sinistra di «intransigenza» per non voler approvare una norma condivisa.

Ciò «rischia di bloccare qualsiasi legge contro le discriminazioni», chiosa la forzista. A lavori parlamentari sospesi per il weekend, la discussione resta accesa sui social: più ci si avvicina a martedì 6 luglio – giorno in cui si terrà il tavolo di confronto voluto da Ostellari e dovrebbe essere calendarizzato l’esame del ddl -, più i partiti cercano di intestarsi vittorie e affibbiare ai rivali delle sconfitte politiche. Per una querelle in cui a perderci, in realtà, è soltanto l’ordinamento italiano, ancora privo di una legge contro le discriminazioni e le violenze omolesbobitransfobiche.

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