Malika Chalhy, il pm chiude le indagini sui genitori: ora rischiano il processo per violenza privata

La giovane aveva presentato due denunce dopo essere stata cacciata di casa. La sua “colpa”? Amare una donna. Ora arriva la chiusura delle indagini per i suoi genitori accusati di violenza privata

La storia di Malika Chalhy, la ragazza di Castelfiorentino cacciata di casa dai genitori perché lesbica, era finita in Procura fin dall’inizio. Ora le indagini – coordinate dal pm Giovanni Solinas – per molestie, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e violenza privata, sono state chiuse e il padre e la madre della ragazza rischiano di andare a processo, come riporta il Corriere. La violenza privata sarebbe collegata al fatto che i familiari avrebbero cambiato la serratura di casa, impedendo così alla giovane di poter recuperare le sue cose.


Malika e gli insulti della madre via WhatsApp

Tutto comincia quando la 22enne manda una lettera ai familiari annunciando di essere omosessuale e di essersi innamorata di una ragazza. Immediata la risposta della madre che invia alla figlia diversi messaggi vocali pieni di insulti: «Mi fai schifo, schifo, schifo!», «Spero ti venga un tumore e se ti vedo ti ammazzo», «Sei la rovina della nostra famiglia, meglio una figlia drogata che lesbica», «Non mi portare a casa quella p… perché le taglio la gola».


Le polemiche sull’acquisto della Mercedes e di un cane

Secondo il racconto della ragazza, i genitori l’avrebbero sbattuta fuori di casa, non consentendole nemmeno di prendere scarpe e vestiti. Così Malika si è rivolta ai carabinieri ma, quando i militari si sono presentati alla porta di casa, i suoi genitori hanno reagito malissimo: «Io non conosco quella persona», avrebbero detto, riferendosi alla figlia. A quel punto la ragazza è andata via di casa ma ha presentato due denunce che hanno fatto poi scattare l’inchiesta. Seguono le interviste, la raccolta fondi tanto contestata (per l’acquisto di una Mercedes e di un cane) e la nuova vita, a Milano con la compagna, lontana dalla famiglia che non la accetta per via del suo orientamento sessuale.

Foto in copertina: ANSA/CLAUDIO PERI

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