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Ungheria, la Lega e Fratelli d’Italia votano contro la risoluzione del parlamento Ue sui diritti Lgbtq+

08 Luglio 2021 - 18:17 Felice Florio
Forza Italia si spacca. Compatto il sì di Pd, M5s e Italia Viva. Ecco cosa dice il testo approvato oggi

Un’ampia maggioranza di eurodeputati ha permesso l’approvazione della risoluzione del parlamento europeo che condanna la legge anti-Lgbtq+ ungherese. Spiccano i “no” di Lega e Fratelli d’Italia. Invece, Forza Italia si è spaccata sulla risoluzione: la maggioranza degli europarlamentari forzisti si è astenuta, gli altri sono equamente divisi tra favorevoli e contrari. Compatto il fronte di Partito democratico, Movimento 5 stelle e Italia Viva, che si è espresso a favore del documento. Con 459 voti favorevoli, 147 contrari e 58 astenuti, dunque, il parlamento europeo «condanna con la massima fermezza» l’erosione dei diritti civili in Ungheria e denuncia «lo smantellamento della democrazia e dello Stato di diritto». Per gli eurodeputati, il parlamento ungherese ha commesso «una chiara violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta, dai Trattati e dalla legislazione dell’Unione europea».

La reazione di Orban

Da Strasburgo, poi, i rappresentanti degli Stati membri sottolineano con preoccupazione che le violazioni dei diritti Lgbtq+ «sono parte di una più ampia agenda politica che sta portando allo smantellamento della democrazia e dello Stato di diritto, compresa la libertà dei media, e dovrebbero essere considerate violazioni sistematiche dei valori dell’Unione europea». In conclusione, l’europarlamento chiede alla Commissione europea di avviare una procedura d’infrazione urgente e intima l’utilizzo di tutti gli strumenti in mano alla Corte di Giustizia europea, invitando i giudici ad adottare «se necessario, misure provvisorie e sanzioni per inadempienza». A stretto giro, è arrivata, tramite Facebook, la risposta di Viktor Orban: «Il parlamento europeo e la Commissione vogliono che attivisti Lgbt entrino da noi nelle scuole e negli asili infantili, ma noi non lo vogliamo e non lo permetteremo».

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