Voto dei 18enni per il Senato: ultimo ok dal Parlamento, si va al referendum

Quasi 4 milioni i giovani, tra i 18 e i 24 anni, saranno coinvolti in questa modifica costituzionale acquistando l’elettorato attivo per il Senato

Il Senato ha approvato la riforma costituzionale che attribuisce ai 18enni il voto per eleggere il Senato: con questo voto il Parlamento ha approvato definitivamente la riforma che sarà promulgata tra tre mesi per consentire di chiedere il referendum confermativo, dato che alla Camera sono mancati i due terzi. In favore della riforma hanno votato 178 senatori, 15 hanno votato contro e 30 si sono astenuti. La riforma entrerà in vigore dalle prossime elezioni politiche e farà sì, come ha spiegato il relatore Dario Parrini, presidente della Commissione Affari costituzionali, che le due Camere abbiano la stessa base elettorale e quindi che in esse vi siano le stesse maggioranze politiche. Sono quasi 4 milioni i giovani, tra i 18 e i 24 anni che saranno coinvolti in questa modifica costituzionale acquistando l’elettorato attivo per il Senato.


M5s e Pd soddisfatti, Forza Italia contro la riforma: «Espressione di una politica dei like»

«Continua il percorso di innovazioni puntuali alla nostra Costituzione inaugurato in questa legislatura dal Movimento 5 stelle», commentano i senatori pentastellati in commissione Affari Costituzionali al Senato. «I nostri ragazzi sono i principali destinatari delle politiche pubbliche che devono necessariamente guardare al futuro, sono innanzi tutto loro a ricevere i benefici o i danni delle scelte della politica. E allora è giusto che si dia loro il diritto ma anche la responsabilità di scegliere anche i senatori eletti, non solo i deputati. Siamo fieri del fatto che grazie all’impulso del Movimento 5 Stelle, prima forza parlamentare, sia giunta in porto una nostra battaglia storica», conclude.


Anche il senatore del Pd Dario Parrini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali, festeggia per il via libera del Senato: «Da oggi oltre 4 milioni di giovani tra 18 e 25 anni non sono più cittadini di serie B: escono da una condizione di minorità civile e acquisiscono diritti politici pieni. È una riforma giusta nella quale ho molto creduto e per la quale nella mia commissione mi sono fortemente battuto». Di idea opposta Forza Italia, che ha invece dichiarato di non volersi associare «al coro pressoché unanime in favore di questa riforma. Noi abbiamo grande rispetto per i giovani ma anche per la serietà e i giovani non ci chiedono di votare per il Senato, chiedono invece serietà, più opportunità e meglio di altri respingono la politica dei like, di cui questa riforma è chiara espressione», ha detto in aula il vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia Lucio Malan.

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