Caso Ciro Grillo, slitta a novembre l’udienza sul possibile processo. Bongiorno: «Ammesse nuove prove»

La giudice Interlandi ha svolto un’udienza cosiddetta “di smistamento”, ovvero atta a calendarizzare i prossimi passaggi. Fissate per i prossimi 5 e 12 novembre le nuove udienze

Caterina Interlandi, giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Tempo Pausania, ha deciso: i legali di Ciro Grillo e degli altri tre indagati nel caso di presunto stupro avranno tempo fino al 20 ottobre per chiedere di procedere per via ordinaria o se avanzare la richiesta di riti alternativi. Dopo un’ora di camera di consiglio, Interlandi ha stabilito anche che i difensori dei ragazzi accusati della presunta violenza sessuale del 17 luglio 2019 possono indicare – sempre entro il 20 ottobre – ulteriori elementi probatori individuati nella documentazione prodotta dall’avvocata di parte civile, Giulia Bongiorno, e ammessi dalla giudice. Stessa cosa vale per la procura, Bongiorno e il legale dell’altra ragazza coinvolta, Vinicio Nardo: anche loro potranno individuare ulteriori elementi probatori nelle nuove carte entrata far parte ufficialmente del fascicolo processuale. La giudice, nell’udienza odierna – cosiddetta “di smistamento”, atta cioè a calendarizzare i prossimi passaggi – ha fissato per i prossimi 5 e 12 novembre le udienze: due sessioni per sciogliere i dubbi di legittimità, sollevati dai legali di Grillo e compagni, sulla nuova documentazione presentata da Bongiorno.


L’avvocata Bongiorno: «Ho parlato con la ragazza: vuole arrivare a un punto fermo»

«Siamo stati ammessi come parti civili e sono stati ammessi nuovi elementi per noi rilevanti, come le dichiarazioni rese alla stampa da alcuni testimoni e un file audio di una chat tra la mia assistita e una sua amica norvegese», ha commentato Bongiorno al termine dell’udienza. L’avvocata della 19enne italo-norvegese ha prodotto oggi – 9 luglio -, una serie di articoli di giornale, videointerviste e dichiarazioni relative alla sua assistita. Portato in aula anche il file audio di una conversazione tra la presunta vittima di violenza e una sua amica norvegese, fino ad oggi custodito nello smartphone della 19enne. Il collegio difensivo aveva cercato di contestare la genuinità degli atti prodotti e aveva eccepito alcuni difetti di notifica. Ad ogni modo, Bongiorno non nasconde la soddisfazione per l’ammissione del nuovo fascicolo: «Una denuncia è un grido di dolore, la sede naturale per raccoglierlo è questa udienza, finalmente è arrivato il momento ed è importante che ci sia una verifica giudiziaria».


Leggi anche: