Monitoraggio Gimbe, in 7 giorni contagi in crescita del 61%. A rischio per la variante Delta 2,2 milioni di over 60 senza vaccino

Sul fronte delle terapie intensive gli ingressi sono trenta in meno (-16%). Ma gli ingressi giornalieri sono in lieve aumento

In Italia cala il numero di pazienti ricoverati con sintomi e quello dei decessi. Ma nell’ultima settimana, quella dal 7 al 13 luglio, l’incremento dei casi da Coronavirus è cresciuto del 61,4% (8.989 rispetto a 5.571). Ad attestarlo è il monitoraggio eseguito dalla Fondazione Gimbe. Nel dettaglio, i ricoveri diminuiscono dell’11,3% (erano 1.271, sono ora 1.128) dato che corrisponde a 143 persone in meno, i decessi del 35,8% (104 rispetto ai 162 della settimana precedente) con una media di 15 al giorno rispetto ai 24 della settimana precedente. «Sul fronte dei nuovi casi – rileva Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si registra un netto incremento settimanale, peraltro sottostimato da un’attività di testing in continuo calo, che rende impossibile un tracciamento adeguato dei contatti».


Tracciamento e variante Delta

Dall’inizio di maggio il numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente ridotto del 56,3%, passando da 662.549 a 289.869. In tutte le Regioni, ad eccezione di Basilicata e Valle D’Aosta è stato rilevato un incremento dei nuovi casi per la progressiva diffusione della variante Delta. Tenendo conto del «progressivo aumento dei casi e della diffusione di questa variante che è destinata a diventare prevalente il monitoraggio rileva che nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino. Di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose (1.856.129 con AstraZeneca, 596.190 con Pfizer-BioNTech, 96.503 con Moderna)».


La situazione negli ospedali

Sul fronte delle terapie intensive gli ingressi sono trenta in meno (-16%). «Il trend dei pazienti ospedalizzati – sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – prosegue la sua discesa sia in area medica che in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti Covid si attesta al 2%». Tuttavia, dopo tre mesi di discesa, il monitoraggio rileva che gli ingressi giornalieri sono in lieve aumento, da 5 a 7.

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