Unesco, i portici di Bologna e 8.000 ettari di foreste italiane sono patrimonio dell’umanità. Esteso anche il centro storico di Firenze

Con l’ultimo annuncio, l’Italia arriva al primato di 59 siti nell’elenco dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Franceschini: «Leadership culturale nel mondo»

Tra i 13 nuovi siti riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’Unesco, ci sono anche i portici di Bologna, un’estensione del centro storico di Firenze e più di 8.000 ettari di foreste italiane. L’annuncio arriva dalla stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura che oggi, 28 luglio, riconosce ancora una volta l’immensa ricchezza artistica e naturalistica dell’Italia, che arriva ufficialmente a quota 59 siti nell’elenco Unesco. «Un grande primato», ha detto soddisfatto il ministro della Cultura Dario Franceschini, «che rafforza la leadership culturale del nostro Paese». Non solo arte e cultura, ma anche natura. Tra i luoghi riconosciuti, le foreste italiane rientrano nell’elenco dei patrimoni che l’umanità intera è chiamata a tutelare.


«La notizia che oltre 8.000 ettari di natura sono stati proclamati patrimonio dell’Unesco ci riempie di orgoglio e di gioia», ha esultato su Twitter la sottosegretaria al ministero della Transizione Ecologica, Ilaria Fontana. «Una conferma dell’unicità degli ecosistemi del nostro Paese e dell’efficacia delle azioni di conservazione delle nostre aree protette». A commentare soddisfatto è anche lo stesso ministro Dario Franceschini, sottolineando l’importanza della decisione di estendere il riconoscimento di sito Unesco a un’ulteriore parte del centro storico di Firenze: «Oggi è una giornata davvero speciale per il nostro patrimonio culturale. Dopo l’iscrizione dei Portici di Bologna, arriva la notizia dell’estensione del centro storico di Firenze: la dimostrazione di come il lavoro condiviso delle diverse realtà coinvolte possa portare a risultati importanti».


Per i suggestivi portici di Bologna la candidatura di iscrizione all’elenco dei patrimoni Unesco era avvenuta lo scorso 21 gennaio 2020. Da lì gli ispettori della commissione nazionale Unesco hanno avuto 18 mesi per valutare e scegliere tra le candidature dei diversi Paesi. «Questi insiemi di portici sono considerati i più rappresentativi della città» spiega l’Unesco, «e coprono un’estensione totale di 62 chilometri. Alcuni sono realizzati in legno, altri in pietra o mattoni, nonché in cemento armato, coprendo strade, piazze, vialetti e camminamenti, su uno o su entrambi i lati di una strada». L’Unesco continua a descrivere la new entry nella lista dei patrimoni, definendola «espressione ed elemento dell’identità urbana di Bologna». «Una notizia bellissima» ha scritto su Facebook il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, «uno straordinario riconoscimento che conferma l’attitudine del nostro territorio a fare squadra, con gli enti locali, privati, forze sociali ed economiche, università e sistema produttivo».

Il centro storico di Firenze era stato già riconosciuto sito Unesco nel 1984. L’estensione decisa dall’agenzia specializzata delle Nazioni Unite e comunicata durante la 44esima edizione del Comitato del patrimonio mondiale svoltasi online da Fuzhou, in Cina, riguarda: l’Abbazia di San Miniato, la Chiesa di San Salvatore al Monte, le Rampe, il Piazzale Michelangelo, il Giardino delle Rose e quello dell’Iris. «In tutto Firenze vanterà oltre 530 ettari di zone di inestimabile valore artistico, storico e ambientale» ha detto il sindaco della città Dario Nardella, sottolineando la gratitudine dei fiorentini e dell’Italia per l’ulteriore riconoscimento mondiale.

Gli altri nuovi siti

Il Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco ha poi aggiunto 13 luoghi presenti sul territorio di Africa, Asia, Medio Oriente, America Latina, Europa più l’estensione di un sito messicano già presente nell’elenco, proprio come è successo al centro storico di Firenze. Tra le aggiunte spicca l’antica città di Dholavira, centro meridionale della comunità Harappan, in India, che come spiega l’Unesco, «è uno degli insediamenti urbani meglio conservati del periodo 3.000/1.500 a.C. nel sud-est asiatico». E ancora le 8 moschee in stile sudanese nel nord della Costa d’Avorio, i quattro siti scelti dell’America Latina tra cui l’osservatorio solare e centro cerimoniale di Chankillo, sulla costa centro settentrionale del Perù. Quanto all’Europa, compare il paesaggio minerario di Rosia Montana in Romania, ai tempi dell’Impero Romano composto da intere distese d’oro, le città tedesche di Spira, Worms e Magonza, e per la Francia, Nizza.

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