Massimo Cacciari: «Lo Stato d’Emergenza è un insulto alla Costituzione»

Il filosofo ancora all’attacco dopo il no al Green Pass: «Nella Carta non ci sono le condizioni per decretarlo. Stiamo preparandoci a un regime?»

Dopo il no al Green Pass firmato insieme a Giorgio Agamben, Massimo Cacciari oggi torna su La Stampa per contestare lo Stato d’Emergenza prorogato fino al 31 dicembre 2021 dal governo Draghi per l’emergenza Coronavirus. «Qual è la “forma” del Decreto Legge che proroga lo stato di emergenza, per la quinta volta(se non conto male) dal 31 gennaio 2020? Esiste nel nostro ordinamento qualche norma che consenta in via generale di proclamare lo stato di emergenza? L’art.7 del Codice di Protezione Civile? Non sembra – poiché lì è fatto esplicito riferimento soltanto a calamità naturali, quali sismi, eventi metereologici eccezionali, ecc.», si chiede il filosofo. Per Cacciari il ricorso alla formula dello “stato di emergenza” sembra, ben più che frutto di totale improvvisazione, l’autofondazione di una nuova norma, e cioè una, per quanto informe, innovazione di sistema: «Anche per la fondamentale ragione che nulla si dice nel DL del 23 luglio sulla possibilità di ulteriori proroghe. L’art.24 del Codice di Protezione Civile recita che lo stato di emergenza nazionale non può superare i 12 mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori 12».


E questo perché «le restrizioni coattive dovrebbero seguire la via giurisdizionale che in esso si indica. In assenza di simili garanzie, un domani per “motivi di sicurezza” si potrà procedere a limitare la libertà della persona invocando la tutela di qualsiasi altro “valore”». Infine, il filosofo cita la disposizione del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 giugno: “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici…o perché non hanno ancora avuto la possibilità di farlo o perché hanno scelto di non essere vaccinate”. «Parole di qualche scemo no vax? Parole che incitano al suicidio? No, parole al vento, così pare. Stiamo preparandoci a un regime, a una “intesa mondiale per la sicurezza”(diceva un grande filosofo, Deleuze, anni fa), per la gestione di una “pace” fondata sulle paure, le angosce, le frustrazioni di tutti noi, individui ansiosi di soffocare ogni dubbio, ogni interrogazione, ogni pensiero critico?».


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