Claudia Tebaldi è una degli scienziati che ha lanciato l’allarme sul cambiamento climatico e sull’irreversibilità degli effetti collaterali causati dal riscaldamento globale. Lo ha fatto due giorni fa, attraverso il Sesto rapporto di valutazione rilasciato dal gruppo intergovernativo di scienziati del cambiamento climatico (Ipcc) – approvato dai 195 Paesi dell’Onu e poi diffuso – dal titolo «Cambiamenti climatici 2021. Le basi fisico-scientifiche». «Non credo riusciremo a fare in modo di non raggiungere quel 1,5°C di surriscaldamento – il limite entro il quale si potrebbero ancora contenere i risvolti devastanti della crisi climatica», racconta in un’intervista a Open. Anche perché questo significherebbe «cambiare da questo momento preciso la nostra vita». Come? «In modo drastico e rivoluzionario». Si deve non «essere pessimisti», ma «realisti», e pensare di poter fare tutto quanto è in nostro potere per limitare i danni ambientali dai quali saremo lentamente travolti.
Si parla in maniera più incisiva, in tv e sui giornali, di effetto serra e surriscaldamento dagli anni 90, «ma trent’anni fa tutto questo non era ancora prevedibile»: ecco perché oggi è più facile suonare l’allarme. E quell’allarme suona ancora più forte di allora. «Vediamo con un record di osservazioni molto esteso che il riscaldamento ha iniziato a farsi sentire; oggi registriamo il segnale più chiaramente, nonostante il fenomeno si sia innescato già dagli anni 70». Qual è il risultato di tutto questo? «Fenomeni atmosferici inaspettati, che si verificheranno sempre di più e sempre più a livelli inattesi». Quanto incide la mano dell’essere umano? «Al 100%, se non di più».
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