Via libera alle firme online per i referendum: la piattaforma per quello sull’eutanasia pronta a settembre

Festeggia l’associazione Luca Coscioni che lancerà una propria piattaforma per la raccolta delle firme online da settembre. Per quella dello Stato bisognerà aspettare almeno gennaio 2022

Da oggi i referendum e le leggi di iniziativa popolare si potranno firmare non solo ai gazebo adibiti ma anche online. L’annuncio arriva dall’associazione Luca Coscioni, promotrice del referendum sull’eutanasia legale. La novità arriva con l’emendamento approvato nei giorni scorsi all’unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente per la raccolta firme del referendum online tramite identità digitale (Spid) e carta d’identità elettronica. Con i due sistemi identificativi ogni cittadino potrà partecipare al referendum senza doversi necessariamente recare di persona presso gli stand di piazza. In attesa di una piattaforma governativa pronta solo il prossimo gennaio 2022, l’associazione Coscioni ha lanciato il proprio sistema telematico di firme che entro il 30 settembre, data di scadenza della raccolta per il referendum sull’eutanasia legale, dovrà contare almeno 500 mila sottoscrizioni. «La firma digitale da oggi è finalmente realtà», scrive l’associazione in una nota entusiasta, «si tratta di una decisione storica, di una riforma epocale. Con il digitale si supera il meccanismo discriminatorio dell’autentica, oltre che gli ostacoli previsti da una legge di oltre 50 anni fa, come la vidimazione dei moduli e le procedure vessatorie per la certificazione delle firme, e si evita, qualora dovesse peggiorare la situazione sanitaria, di dover uscire di casa per fare politica».


La lunga battaglia

La firma digitale per i referendum è una pratica comune in quasi tutta l’Unione europea. In Italia la battaglia per ottenerla comincia con quella che l’associazione Coscioni definisce «la prima vera svolta»: nel 2009 il caso portato alla luce dai radicali Mario Staderini e Michele De Lucia ebbe come risultato la condanna della Repubblica italiana da parte delle Nazioni Unite per violazioni del Patto internazionale sui diritti civili e politici. La causa erano stati proprio gli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta che la legge del 1970 poneva ben prima della nascita del web. Di recente una lettera al ministro della Transizione Digitale Vittorio Colao sottoscritta da oltre 3 mila cittadini a firma del co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, Marco Gentili (attivista politico malato di Sla), e la spinta del deputato Riccardo Magi in Parlamento, ha convinto a firmare prima e approvare poi l’emendamento.


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