Uno Editori, casa editrice torinese che pubblica testi di «spiritualità, esoterismo e mondi incantati», annuncia su Facebook il ritiro dalla partecipazione alla prossima edizione del Salone del Libro, in programma dal 14 al 18 ottobre a Torino. Phrabat Eusebio, fondatore del gruppo editoriale, sostiene che la sua è una scelta in nome della «libertà… non quella decantata dai politici o dai filosofi, ma la libertà di coscienza, da cui derivano tutte le altre» e «per dire NO, a un sistema repressivo e coercitivo!». La Stampa racconta oggi che la casa editrice è tanto contraria al Green Pass da non temere neppure le conseguenze del suo ritiro dalla fiera e di esser disposta a rinunciare «all’acconto dato per l’acquisto dello spazio, agli incassi dei 5 giorni di fiera e a dare lavoro a tutte le persone coinvolte in questi anni per la gestione dello stand».
Una scelta che il suo fondatore rivendica in una serie di post su Facebook dove fa ironia sul vaccino e dice: «Vogliamo essere d’esempio per attenuare gli effetti della sociopatia dilagante di questa era, la falsa pandemia!». E non sono i soli: anche la Macro Edizioni di Cesena dichiara di voler disertare tutte le fiere del settore perché considera la carta verde «discriminante e anticostituzionale». Silvio Viale, presidente di Torino Città del Libro e organizzatore della kermesse, con il quotidiano si dice «dispiaciuto che l’editore abbia deciso di non partecipare. Riguardo al Green Pass dobbiamo attenerci a quanto previsto dalle norme». Dal 6 agosto il codice verde è obbligatorio anche per l’accesso alle fiere. Potrà entrare al Salone solo chi lo possiede (tutti i vaccinati) o chi è risultato negativo al tampone eseguito entro le 48 ore precedenti.
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