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Tutto quello che non torna nella storia dei soldi nella cuccia che crea il gelo attorno a Montino e Cirinnà

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La procura di Grosseto ha scoperto che alcune delle banconote hanno la matricola illeggibile. L'ironia degli avversari politici e i problemi della tesi del provento di spaccio

Esterino Montino non era a Fiumicino oggi per accogliere l’ultimo volo del ponte aereo italiano con l’Afghanistan: al suo posto ha mandato il suo vicesindaco Pagliuca. E probabilmente questa è la prima prova dell’imbarazzo generato dal caso delle 48 banconote da 500 euro ritrovate nella vecchia cuccia del cane della villa a Capalbio di proprietà del primo cittadino della cittadina laziale e della senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà. Che, come tutti i gialli di un certo livello, nel frattempo continua ad infittirsi. Perché intanto la procura di Grosseto, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda, ha scoperto che alcune delle banconote ritrovate nella cuccia hanno la matricola illeggibile.

Le banconote nella villa di Montino e Cirinnà a Capalbio

Le indagini partono da una certezza: quelle banconote sono lì da prima del 2019. Quell’anno infatti il taglio da 500 euro è stato dichiarato fuori corso e tolto dalla circolazione per combattere evasione e riciclaggio. Una delle ipotesi per spiegarne la provenienza è che siano l’incasso di un traffico di droga che qualcuno ha voluto nascondere in un luogo vicino alla strada e facilmente accessibile. Ma se questo fosse vero, si dovrebbe trattare di un traffico internazionale visto che notoriamente il provento dello spaccio “al dettaglio” è fatto di banconote di piccolo taglio. Per quanto riguarda la matricola illeggibile, le ipotesi sono due: che sia stata cancellata per rendere impossibile risalire alla loro provenienza (ma questo non spiegherebbe perché lo sono soltanto alcune), oppure che sia stata l’usura del tempo a renderle così.

La scoperta, secondo quanto ha ricostruito nei giorni scorsi Il Messaggero, risale a circa 15 giorni fa: all’epoca gli operai e il figlio di Montino avevano iniziato dei lavori di manutenzione che hanno riguardato pure una vecchia cuccia: lì, incastrati tra le assi in legno, sono stati trovati rotoli di banconote tenuti con elastici. I carabinieri sono stati avvertiti immediatamente. L’ipotesi è che la cuccia sia stata usata in epoca ormai lontana da malviventi attivi nella zona. Secondo il sindaco Montino potrebbe essere refurtiva messa da qualcuno che poi non è venuto a riprenderla. La proprietà si estende su un centinaio di ettari, ci sono boschi e una vigna.

La risposta di Montino e Cirinnà

«In merito all’importante cifra di denaro rinvenuta casualmente nella nostra azienda – avevano spiegato i due coniugi in una nota congiunta – e che abbiamo prontamente consegnata ai carabinieri siamo felici che quel denaro, molto probabilmente frutto di qualche reato compiuto da malviventi, sarà nella disponibilità del Fondo unico per la giustizia e che verrà utilizzato per fini di pubblica utilità. È questo il comportamento corretto che ogni cittadino onesto deve tenere e siamo orgogliosi di quanto fatto. Siamo in contatto con la Procura di Grosseto e con il comando provinciale dei carabinieri per avere notizie sull’evoluzione delle indagini al fine anche di assicurare serenità e sicurezza alla nostra azienda».

Ma la vicenda ha scatenato comunque ironia sul web e polemiche politiche: il leader della Lega è andato all’attacco su Facebook: «Date un’occhiata alla cuccia del vostro cane o del vostro gatto, non si sa mai…». Alle ironie hanno risposto ieri i consiglieri di maggioranza di Fiumicino, che in una nota hanno biasimato il «polverone mediatico» nei confronti di «persone oneste e trasparenti» che hanno compiuto l’azione più giusta: «denunciare il ritrovamento di questi soldi alle forze dell’ordine». Intanto contro la raffica di insulti che arrivavano via social la coppia ha nominato un avvocato.

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