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Le paure delle 81 studentesse afgane della Sapienza bloccate a Kabul: «Riusciremo a raggiungere l’Italia?»

29 Agosto 2021 - 18:50 Redazione
Le ragazze, che hanno tra i 19 e i 22 anni, erano tutte sulla lista di evacuazione del ministero della Difesa. Il prorettore: «Hanno il terrore che il loro sogno si infranga»

Il prorettore della Sapienza di Roma Bruno Botta ha rivelato in una intervista al Gr Rai che 81 studentesse afgane sono ancora bloccate a Kabul. Tutte e 81 erano sulla lista del ministero della Difesa per il trasferimento in Italia, «ma a causa dell’attentato di tre giorni fa non sono riuscite a entrare in aeroporto. Sono dovute tornare indietro 90 persone dirette in Italia, tra cui 81 studentesse afghane che a breve avrebbero dovuto iniziare i corsi alla Sapienza. Con loro anche alcuni bambini», ha detto Botta. «Riusciremo a raggiungere l’Italia? Possiamo realizzare il nostro sogno?», sono le parole di alcune delle studente afghane che avrebbero dovuto raggiungere l’Italia. A riferirlo il prorettore Botta: «Hanno paura, hanno il terrore che non possano venire in Italia – spiega Botta – che il loro sogno si infranga, sono affrante, ma nonostante tutte le difficoltà noi siamo fiduciosi». Le ragazze hanno tutte tra i 19 ed i 22 anni. «Ci sono anche 3 o 4 bambini. Uno ad esempio – prosegue il prorettore – è il figlio o la figlia, non so con precisione, di un docente afghano che ha chiesto di venire in Italia con tutta la famiglia», ha spiegato Botta, la cui fiducia sul caso è alimentata dal fatto che l’attenzione sulla vicenda è altissima. «Oggi avrò ricevuto una cinquantina di telefonate». «Dopo l’esplosione – ha raccontato il prorettore agli affari internazionali – le cose si sono complicate, siamo in contatto con l’unità di crisi della Farnesina che sta facendo tutto il possibile per aiutarci e ha detto che non lascerà soli gli studenti della Sapienza». Botta ha poi spiegato che la preoccupazione maggiore è per le studentesse andate da Herat fino a Kabul per imbarcarsi e che, se dovessero tornare indietro, rischiano rappresaglie. La speranza ora è che il gruppo possa viaggiare su voli di altri Stati, quando ce ne saranno.

La ministra dell’Università: «Qualsiasi sforzo per riportarle a casa»

La ministra dell’Università, Cristina Messa, ha fatto sapere di stare seguendo «con attenzione, in raccordo con gli altri ministeri, la situazione di tutte le studentesse e studenti afghani iscritti presso i nostri atenei, conservatori e accademie. Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti e gli sforzi per sperare di poterli presto accogliere tutti in Italia». Nel frattempo, ha detto la ministra, «abbiamo raccolto le disponibilità ad accogliere studenti e ricercatori afghani già presenti fra i primi rifugiati giunti in Italia. Come Ministero ci impegniamo a rendere disponibili strumenti e risorse affinché ciò possa avvenire il più rapidamente possibile».

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