Riparte la scuola: ecco le regole per il ritorno in classe, dai controlli del Green pass ai tamponi a campione

Allo studio l’implementazione di un monitoraggio su scuole sentinella per verificare la validità dei test salivari: saranno sottoposti allo screening 110mila alunni al mese

Già da domani, 1° settembre, con il ritorno del personale scolastico negli istituti, partiranno i controlli per verificare il possesso del Green pass. Fino al 13 settembre, i collaboratori scolastici dovranno usare l’app Verifica C19 per controllare la validità del Qr code. Se il certificato verde risulterà non idoneo – ad esempio, se il tampone negativo che ne consente l’emissione è stato fatto più di 48 ore prima dell’accertamento -, spetterà alla segreteria del plesso scolastico adottare le misure previste dalla legge. Dal 13 settembre, poi, dovrebbe fare il proprio esordio una piattaforma ad hoc del ministero dell’Istruzione, elaborata di concerto con il ministero della Salute e con la supervisione del Garante per la privacy.


La verifica, così, diventerà automatica e la segreteria, attraverso una piattaforma, assegnerà l’assenza ingiustificata a chi risulta sprovvisto di Green pass. Dopo cinque giorni di assenza, al personale inadempiente verrà comminata una sanzione amministrativa – da 400 a 1000 euro – la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Quella relativa al controllo del certificato verde è solo una delle regole previste per il ritorno in classe. Il rientro degli studenti è previsto per metà delle regioni italiane il 13 settembre. In Trentino le lezioni riprenderanno il 6 settembre, in Sardegna il 14, in Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana il 15, in Friuli e in Sicilia il 16, in Calabria e in Puglia il 20. Mentre il ministero lavora per estendere il Green pass anche al mondo degli asili e scuole materne – in questo caso, oltre riguardare il personale scolastico, l’obbligo varrà per i genitori che dovranno affiancare i figli nell’inserimento in classe e per gli addetti delle mense -, i dirigenti scolastici sono già al lavoro per implementare le misure previste dal governo.


Ingressi dilazionati e capienza ridotta sui mezzi pubblici

Come nello scorso anno, le campanelle di ingresso e di uscita dai plessi scolastici suoneranno in orari diversi a seconda delle classi. Tale regola servirà a facilitare il lavoro delle compagnie di trasporto che, anche nelle ore di punta con lo spostamento degli studenti verso i plessi scolastici, non potranno far salire sul mezzo più dell’80% dei passeggeri previsti dalla capienza massima. A bordo, non ci sarà alcun controllo del Green pass, ma sarà obbligatorio utilizzare una mascherina di tipo Ffp2 – consigliata – o una mascherina chirurgica.

L’obbligo di mascherina

A proposito di mascherine, per gli studenti da sei anni di età in su sarà obbligatorio indossare la mascherina a scuola. Si potrà abbassare in classe solo se il distanziamento tra i banchi e l’areazione dell’ambiente lo consentono. Durante gli esami e le interrogazioni, sempre osservando il distanziamento interpersonale, sarà consentito rimuovere la mascherina. Anche per svolgere l’attività fisica, sia essa in cortile o nelle palestre chiuse, sarà possibile abbassare la mascherina. Il piano del governo, inoltre, prevede la distribuzione gratuita di mascherine usa e getta all’interno delle scuole, dotando gli studenti che soffrono di ipoacusia di dispositivi trasparenti.

La stanza Covid

Come per il precedente anno scolastico, i dirigenti scolastici dovranno allestire un’aula Covid per tutti quei soggetti che dovessero manifestare una sintomatologia assimilabile all’infezione da Coronavirus durante la giornata scolastica. I genitori, in tal caso, saranno chiamati a recuperare i propri figli a scuola. Il rientro in classe sarà permesso solo previa presentazione di un certificato medico. In caso di tampone positivo, scatterà la quarantena per tutti i contatti stretti, come docenti e compagni di classe. In quel caso la didattica dovrà essere svolta a distanza, totale o mista a seconda dei singoli casi.

All’interno dell’aula

Salvo condizioni meteo particolarmente avverse che causino la caduta d’acqua all’interno delle classi, il ministero dell’Istruzione invita a lasciare aperte le finestre, anche di inverno. Ciò è dovuto all’incapacità della macchina organizzativa, territoriale e ministeriale, di sostenere l’acquisto e l’installazione di impianti e filtri di areazione dei locali. Ad ogni modo, non ci sarà più l’obbligo di osservare la distanza obbligatoria di un metro, in classe, tra le ormai celebri «rime buccali», ovvero tra le bocche degli alunni. Il Comitato tecnico scientifico ha sottolineato che il distanziamento va però mantenuto «quando possibile». Se ciò non avverrà, gli alunni dovranno mantenere la mascherina su naso e bocca.

Nelle palestre e nelle mense

Fermo restando l’invito a non far praticare sport di contatto agli studenti, le palestre interne ai plessi potranno essere utilizzate per l’attività motoria, senza mascherina, ma cercando di far mantenere due metri di distanza mentre si svolgono gli esercizi fisici. Nelle mense, invece, è consigliato far accedere i ragazzi a orari scaglionati, evitando l’affollamento dei locali visto che, per ovvie ragioni, non si può mantenere la mascherina alzata durante i pasti.

Programma di screening e test salivari

Due programmi di tamponi a campione verranno lanciati nelle scuole di Italia. Il primo rientra in una strategia nazionale, attuata dalle regioni, che consentirà un monitoraggio settimanale dell’andamento dei contagi negli istituti. I plessi non saranno obbligati a prendervi parte. Il secondo programma, invece, è allo studio dell’Istituto superiore di sanità: verranno selezionate delle scuole sentinella dove, un totale di circa 110mila alunni – di età compresa tra i 6 e i 14 anni -, sarà monitorato mensilmente per mezzo di test salivari. La Regione Marche si è resa già promotrice dell’iniziativa.

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