Addio Dad, le lezioni in classe possono tornare da 60 minuti: l’idea dei presidi nel Lazio. Ma c’è un problema sull’orario di ingresso

L’ufficio scolastico della Regione Lazio propone di iniziare le lezioni alle 8 e alle 9.40, così da organizzare lezioni da almeno 50 minuti. Una scelta che non convince i presidi, che puntano a un altro orario

50, 55 o 60 minuti. Secondo la normativa, l’orario delle lezioni viene deciso in ogni scuola dal Consiglio di Istituto, dopo aver ascoltato il parere del Collegio dei docenti. Lo scorso anno molte scuole avevano ridotto l’orario di lezione a 50 minuti. Il motivo era legato soprattutto ai piani orari cambiati con il Coronavirus: le classi avevano orario di ingresso diversi e per evitare di far uscire gli studenti troppo tardi venivano tagliate le ore di lezione. A spiegarlo al Messaggero è Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio: «Lo scorso anno le scuole potevano approfittare della didattica digitale integrata per recuperare i minuti tagliati, utilizzando le lezioni online. Quest’anno non sarebbe possibile. Restiamo quindi volentieri in presenza per 60 minuti. Moltissime scuole, potendolo fare, si stanno organizzando in questo senso».


Il piano di rientro a scuola e il nodo degli orari

Uno dei punti cardine per il piano di rientro delle scuole riguarda proprio gli orari di ingresso. Per evitare assembramenti davanti agli istituti, le classi dovrebbero entrare scaglionate. Una scelta che incide nell’orario. L’ufficio scolastico regionale sta valutando per le scuole di Roma e provincia di fissare i due ingressi negli istituti alle 8 e alle 9.40. Una differenza di 100 minuti che corrisponde quindi a due ore da 50 minuti. Questa scelta, al momento, è contestata da Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Presidi di Roma. Una differenza del genere escluderebbe un ritorno ai 60 minuti di lezione: «È necessario considerare come possibili fasce orarie le ore 8 e le ore 9, oppure, come ultima ratio, le ore 8 e le ore 10. Si potrebbe anche affidare la definizione degli scaglioni orari all’autonomia delle singole scuole che devono, di fatto, organizzare gli orari».


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