«Quei pannelli non bruciano»: la certificazione sotto la lente dei pm che indagano sull’incendio di Milano

Per i certificatori dell’istituto Giordano i pannelli del palazzo distrutto dalle fiamme avrebbero dovuto avere un basso livello di reazione al fuoco

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul grattacielo di 18 piani, a Milano, devastato dalle fiamme lo scorso 29 agosto. Sotto la lente degli investigatori c’è la certificazione dei pannelli delle vele che circondavano la Torre dei Moro. In altre parole: chi ha dato il via libera, nel 2009, al materiale prodotto dalla ditta spagnola Alucoil, il Larson PE, con le quali erano state costruite le vele del palazzo? Agli atti c’è un certificato di prova con cui l’istituto Giordano, uno dei principali enti accreditati presso i ministeri per il rilascio della certificazione, attribuisce al Larson PE, impiegato come rivestimento parete, una classe di reazione al fuoco 1, ovvero un basso livello. La Alucoil aveva dichiarato un anno prima, quindi nel 2018, il Larson PE di categoria E (classificazione europea), ovvero «normalmente combustibile». Lo scrive oggi Repubblica. Ora chi indaga vuole capire come sia stato possibile che un rogo si sia propagato in pochissimi minuti e in un modo così devastante. Si ipotizza che tutto sia partito da un mozzicone di sigaretta caduto accidentalmente su un balcone pieno di sacchi e immondizia.


La replica di Istituto Giordano

L’istituto Giordano nega fermamente di aver mai proferito la frase «quei pannelli non bruciano». La collocazione del “virgolettato” nel titolo, accanto al nome di istituto Giordano, «inducono senza dubbio il lettore ad attribuire a istituto Giordano la frase che qui si smentisce recisamente». L’istituto Giordano smentisce, inoltre, di aver mai dichiarato e/o sostenuto che i pannelli della Torre dei Moro «non dovevano incendiarsi». Infine si dice completamente estraneo ai fatti e «rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria per ogni ulteriore chiarimento».


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