La stretta dell’Austria contro i No vax: niente disoccupazione a chi rifiuta un lavoro per non vaccinarsi

La decisione, annunciata dal ministro del Lavoro, prevede la sospensione del sussidio per sei settimane

Continua in Austria la battaglia per arginare i contagi da Covid-19 causati in forma grave soprattutto dalla popolazione che ancora rifiuta il vaccino. Dopo l’obbligo riservato solo ai non vaccinati (per scelta) di indossare la mascherina Ffp2 in tutti i negozi, ora il ministro del lavoro Martin Kocher annuncia il taglio del sussidio di disoccupazione per tutti coloro che rifiutano di immunizzarsi contro il virus sul posto di lavoro. Una decisione che arriva dai sempre più frequenti episodi di datori che pretendono la vaccinazione dei propri dipendenti incontrando non pochi ostacoli o di offerte rifiutate da parte di chi non vuole essere costretto a ricevere il vaccino anti Covid. «Chi rifiuta un’offerta di lavoro perché No vax verrà sospeso fino a sei settimane dalla disoccupazione» fa sapere Kocher, chiamato dal premier Kurz a combattere le idee contrarie al vaccino anche sui posti di lavoro.


La lotta del governo ai No vax

Nelle ultime settimane il governo austriaco ha dovuto fronteggiare numerose fronde No vax , una fra tutte quella proveniente dal mondo della scuola. Per non rispettare le misure anti-Covid molti bambini e ragazzi sono stati ritirati dagli istituti, con più di 6 mila famiglie che hanno fatto richiesta di home schooling, e cioè di lezioni a domicilio per i loro figli. Il più recente scetticismo da arginare ora sembra essere quello presenti sui posti di lavoro. La mano pesante del governo sull’atteggiamento ostile di molti cittadini nei confronti della campagna vaccinale è cominciata con la decisione di eventuali lockdown e limitazioni da riservare solo ai non vaccinati, escludendo la possibilità di un ritorno a chiusure che coinvolgano anche i vaccinati. « Si tratta di misure di protezione nei confronti dei non vaccinati», aveva detto il premier Kurz, «visto il rischio 50 volte superiore di un percorso grave della malattia che potrebbero riguardare la movida serale e i grandi eventi».


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