In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCannabisDrogaReferendum

Il referendum sulla cannabis vede la luce: raggiunte 500 mila firme dopo una settimana

18 Settembre 2021 - 10:14 Maria Pia Mazza
Cannabis
Cannabis
La raccolta delle firme continua con l'obiettivo di aggiungere almeno altre 60mila sottoscrizioni per sicurezza. Ma la soglia minima è ormai raggiunta

Obiettivo centrato ben prima del previsto. Le 500 mila firme necessarie per sostenere il quesito referendario per la depenalizzazione della coltivazione di cannabis e aprire alla legalizzazione dovevano essere raccolte entro il 30 settembre, ma il raggiungimento del quorum è arrivato già oggi 18 settembre, a una settimana esatta dal lancio. Un obiettivo che è sembrato raggiungibile già dopo 24 ore dall’apertura della sottoscrizione, quando sono state raccolte 100 mila firme raccolte sul sito referendumcannabis.it. Tra i promotori del referendum sulla cannabis, sono presenti esperti del settore, giuristi e militanti antiproibizionisti, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Forum Droghe, Meglio Legale, Antigone, Società della Ragione, supportati da alcuni rappresentanti dei Radicali italiani, Possibile e di +Europa. Il proposito dei promotori è ora quello di non fermarsi e proseguire con la raccolta, puntando a raccogliere almeno altre 60mila firme per sicurezza.

Il quesito referendario

Il quesito referendario depositato in Corte di Cassazione lo scorso 7 settembre propone sostanzialmente di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe, contenute nel Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope del 1990. In primo luogo, sul piano penale, l’obiettivo del referendum è quello di depenalizzare la coltivazione della cannabis, eliminando la pena detentiva (attualmente compresa dai 2 ai 6 anni) per qualsiasi condotta correlata al possesso, produzione e fabbricazione della cannabis per uso personale. Tale sconto di pena non varrebbe per la produzione e il possesso finalizzai al traffico illecito di stupefacenti. In secondo luogo, sul piano amministrativo, il quesito propone di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida, che attualmente viene applicata a tutte le condotte finalizzate all’uso personale, inclusa la sola detenzione.

Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, avente a oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, limitatamente alle seguenti parti:
Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;
Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”;
Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;” ?

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti