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«Pochi meritano di sopravvivere»: chi è il killer della strage all’Università di Perm

21 Settembre 2021 - 07:37 Redazione
timur bekmansurov killer strage università di perm
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Timur Bekmansurov, 18 anni, ha acquistato un fucile a pompa e si è presentato nel cortile dell'ateneo vestito di nero prima di aprire il fuoco. Le spiegazioni del suo gesto su VKontakte

Timur Bekmansurov ha appena diciotto anni. Ieri, vestito di nero e imbracciando un fucile a pompa, ha ucciso sei persone e ne ha ferite 28 sparando nel cortile dell’Università di Perm in Russia. Dove gli studenti si sono barricati nelle aule e poi sono scappati dalle finestre. E come il diciannovenne Ilnaz Galyalviev, che a Kazan sul Volga aveva ucciso sette studenti e due insegnanti. A legare i due killer, e a collegarli al massacro della Columbine High School, le motivazioni del gesto, spiegate da entrambi su VKontakte, il social network russo: «Solo pochi di voi meritano di sopravvivere — ha spiegato in un post — Ho pensato a questo gesto da tanto tempo, ho realizzato che adesso era venuto di avverare il mio sogno». E ancora: «Mi odio, ma voglio causare dolore a tutti quelli che si mettono sulla mia strada»; «gli scarti come me distruggeranno tutto attorno a voi»; «Il mondo è marcio e tutti voi siete guasti dentro».

Timur Bekmansurov, 18 anni

Il Corriere della Sera scrive che l’omicida ha descritto la premeditazione offrendo una sua interpretazione molto simile a quella dei suoi predecessori. Ha acquistato legalmente un fucile a pompa — pare un Huglu-Atox T di fabbricazione turca — le munizioni e un equipaggiamento paramilitare. Si è presentato all’università con una cartuccera messa a tracolla, scarponcini alti, un elmetto. Poi ha cominciato a sparare, anche contro la polizia che ha risposto al fuoco ferendolo gravemente. Stando alle ricostruzioni, l’assalitore sarebbe entrato nel territorio dell’università di Perm verso le 11 del mattino (le 8 in Italia) e avrebbe cominciato a sparare seminando il terrore. I media locali e quelli internazionali raccontano di momenti di panico nell’università della regione degli Urali, con studenti e insegnanti che si barricavano nelle aule. «Mentre passavo dall’edificio numero 8, dove c’è la facoltà di Geografia, ho visto come da lì, dal primo piano, gli studenti saltavano dalle finestre e dopo si allontanavano di corsa», ha raccontato a Meduza un insegnante della facoltà di Lettere.

In un video amatoriale ripreso anche dai media statali e girato durante l’aggressione si vede una persona in abiti neri che attraversa un piccolo viale. L’attacco ha sconvolto Perm, nella cui regione per domani è stata indetta una giornata di lutto. «So bene che nessuna parola può cancellare il dolore della perdita, la sofferenza per questa perdita, soprattutto quando si tratta di giovani che iniziano appena la loro vita», ha detto Vladimir Putin. «Questa è una tragedia enorme, non solo per le famiglie che hanno perso i loro figli, ma per l’intero Paese». Nel 2018 un altro giovane uccise 20 persone in una scuola in Crimea, la penisola sul Mar Nero occupata dalla Russia, prima di suicidarsi in una strage che allora fu paragonata a quella di Columbine. Dopo la sparatoria nella scuola di Kazan, la Russia ha deciso di aumentare da 18 a 21 l’età minima per acquistare armi da fuoco e ha rafforzato i controlli medici. Non è bastato.

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