Chi è Paolo Damilano, candidato sindaco del centrodestra alle elezioni comunali di Torino

Imprenditore con un passato da pilota di rally, è molto vicino al ministro Giorgetti. Due anni fa andò a un passo dalla candidatura per la Regione, ora punta a espugnare una delle ex roccaforti del centrosinistra

Paolo Damilano è il candidato civico, sostenuto dalla coalizione del centrodestra, che correrà alla carica di sindaco di Torino alle prossime elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, sfidando il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo e la candidata del M5s Valentina Sganga. Damilano, classe 1965, imprenditore del settore food&beverage di acque minerali e vini, ben prima di essere scelto dal centrodestra come candidato sindaco di Torino della coalizione, aveva già iniziato la sua corsa verso la guida della Sala Rossa del Palazzo Civico di Torino in solitaria lo scorso dicembre, con la sua lista civica “Torino Bellissima”. Un progetto ben radicato nella piccola e media impresa piemontese, così come nei settori che più sono stati colpiti dalla pandemia di Coronavirus, come la ristorazione, il turismo, il commercio, l’industria. Con loro, forte della sua esperienza imprenditoriale, Damilano sta provando a costruire la vittoria in questa tornata elettorale, con l’obiettivo di far recuperare a Torino posizioni di prestigio rispetto alle altre grandi città del Nord Italia, ridisegnandone e rilanciando – nelle periferie, così come nelle città della cintura di Torino – il ruolo strategico industriale. La crisi occupazionale dei lavoratori delle periferie e no, delusi dalle precedenti amministrazioni del Pd e del M5s, è infatti in cima al programma del candidato del centrodestra.


Appassionato di sport e con un passato da pilota di rally, Damilano occupa anche un posto rilevante nel comitato organizzatore delle Atp finals di tennis che, dal prossimo novembre, porteranno a Torino i migliori tennisti al mondo per cinque anni consecutivi. Damilano, dal 2013 al 2018, ha ricoperto la carica di presidente del Museo del cinema di Torino, nominato dall’allora sindaco Sergio Chiamparino, ed è tuttora presidente della Film Commission Torino. Vicino alla Lega, e in ottimi rapporti con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, già due anni fa era stato indicato tra i possibili candidati alla presidenza della Regione Piemonte proprio contro l’ex primo cittadino della città della Mole Chiamparino. Ma all’epoca non se ne fece nulla, e il centrodestra decise di virare sulla candidatura del forzista Alberto Cirio, attuale presidente della regione. Riuscirà nel suo intento di “espugnare” una delle ex storiche roccaforti del centrosinistra? Il suo slogan? «C’è da fare, c’è da cambiare». Il primo verdetto per il possibile cambio di passo nella città della Mole desiderato e progettato da Damilano è atteso per il 4 ottobre e, successivamente, ai ballottaggi.


Le liste

A supportare la candidatura di Paolo Damilano ci sono sette liste. Oltre a Damilano Sindaco – Torino Bellissima, il candidato del centrodestra potrà contare sul supporto della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Damilano, inoltre potrà contare anche sul sostegno di partiti più piccoli, Il Popolo della famiglia, Rinascimento di Vittorio Sgarbi e la lista Progresso Torino – Damilano sindaco. 

Il programma

Tra i punti in cima al programma di Paolo Damilano c’è anzitutto il lavoro, con l’obiettivo di creare opportunità di lavoro principalmente mediante «relazioni» con le città della cintura, così come con le altre città italiane e internazionali. «Torino ha dimostrato e può dimostrare di essere una città dove progetti e programmi industriali di altissimo livello possono trovare spazio – ha spiegato Damilano illustrando il programma ufficiale -. Bisognerà essere capaci di attirare iniziative e i progetti nazionali e internazionali per ospitarli a Torino, anche facendo leva sull’altissima qualità della vita che la città è in grado di offrire e puntando anche sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale». Secondo Damilano va inoltre implementata l’offerta turistica torinese, in particolare nei settori enogastronomico e culturale, per esempio «attirando sul suolo di Torino la produzione cinematografica» che, «oltre a dare ricadute economiche alle attività cittadine», rappresenta altresì «un formidabile strumento di promozione del territorio». 

La vera sfida per i prossimi cinque anni, secondo Damilano, sarà però quella di «riuscire a coinvolgere su tutti i livelli le periferie». In tal senso, secondo il candidato sindaco del centrodestra, «lo sport potrebbe essere l’elemento chiave per il rilancio di queste zone, in modo da farle sentire parte integrante della città». «Dopodiché – prosegue – una volta che verrà creato del lavoro questo darà un input al processo virtuoso di riqualificazione di tutte le periferie». Altro tema fondamentale è quello dell’edilizia popolare: «A Torino si è interrotto il processo di costruzione di case popolari», osserva Damilano.

Tale processo va invertito «non solo per far ripartire la sua economia – prosegue – ma perché buona parte del patrimonio edilizio di Torino ha tra i 50 e i 70 anni, non è in buono stato conservativo, non è efficiente energeticamente, e non è neppure sicuro come un’abitazione costruita secondo lo stato dell’arte». Il tema delle case popolari è fondamentale, «perché rigenerando il tessuto abitativo, si creano sul territorio condizioni di economia nuova e più salubre e costruendo nuove abitazioni, anche demolendo il costruito, necessita l’approccio di nuove tecnologie, realizzare smart building o anche costruzioni in bioedilizia, sia che si tratti di alloggi in proprietà (dunque affordable) ovvero in affitto (social housing)».  

Foto in copertina: ANSA / TINO ROMANO

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