«Sciogliere Forza Nuova e i movimenti neofascisti»: il testo della mozione del Pd al governo. Firma anche il M5s

Malpezzi e Serracchiani: «Chiederemo in conferenza dei capigruppo che la mozione venga calendarizzata al più presto al Senato e alla Camera»

Dopo i violenti scontri di sabato scorso a Roma, con il coinvolgimento di esponenti di vertice di Forza Nuova, il Pd ha presentato al Senato, a prima firma Malpezzi-Parrini, una mozione in cui chiede al governo di «dare seguito» a quanto scritto nella Costituzione in materia «di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista». In questo senso sono richiesti provvedimenti «per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili secondo quanto scritto nella Costituzione repubblicana». La mossa era già stata annunciata ieri, 10 ottobre. Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, presidenti dei gruppi Pd rispettivamente al Senato e alla Camera, hanno chiesto l’aiuto di tutte le forze politiche autenticamente democratiche, perché firmino il documento: «Chiederemo in conferenza dei capigruppo che la mozione venga calendarizzata al più presto al Senato e alla Camera». Tra i primi a rispondere all’appello sono stati i deputati del M5s, attraverso il capogruppo alla Camera Davide Crippa.


Cosa dice la mozione del Pd contro Forza Nuova

«Il 9 ottobre scorso, in occasione di una manifestazione contro l’obbligo del green pass per i lavoratori nel centro di Roma – è scritto -, per l’intero pomeriggio e fino a tarda sera, si sono susseguiti duri scontri con la Polizia, episodi di violenza e vandalismo culminati con il grave danneggiamento della sede della Cgil […]. Particolarmente allarmante è stata la notizia trapelata dell’intenzione dei manifestanti di raggiungere nella giornata di sabato la sede di palazzo Chigi e palazzo Montecitorio, scongiurata solo grazie all’intervento delle Forze di polizia […]». 


«Al di là delle responsabilità individuali dei leader di Forza nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino […], colpisce la forte matrice fascista alla base delle gravi azioni violente poste in essere ai danni di un corpo intermedio, rappresentante dei diritti dei lavoratori quale quello della Cgil, azioni contraddistinte da un’inquietante carica eversiva e tali da configurare un vero e proprio attacco, con metodi violenti, alla nostra democrazia. […] I gravi fatti accaduti […] hanno purtroppo messo in evidenza come movimenti di estrema destra, dediti talvolta a rievocazioni considerate folcloristiche del passato regime, abbiano compiuto un salto di qualità, riuscendo ad infiltrarsi e ad intercettare le proteste e il malumore di tutti coloro che non hanno condiviso le scelte di governo».

«L’uso della violenza quale metodo di lotta politica cui abbiamo assistito nella giornata di sabato, non solo non può essere mai tollerato, ma impone una riflessione attenta perché va ad toccare proprio quella pubblica esaltazione dei fatti e metodi propri dei fascisti’ richiamata dall’articolo l’articolo 1 della legge 20 giugno 1952, numero 645, che attua la XII disposizione transitoria della nostra Costituzione. […]».

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