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Scioglimento di Forza Nuova, la Camera approva la mozione del centrosinistra: il centrodestra si astiene

21 Ottobre 2021 - 17:13 Redazione
I voti a favore sono stati 225, 198 gli astenuti e un solo contrario. Via libera anche al testo del centrodestra

L’Aula della Camera ha approvato la mozione del centrosinistra che chiede al governo di agire sullo scioglimento di Forza nuova e delle formazioni neofasciste. Il centrodestra si è astenuto. I voti a favore sono stati 225, 198 gli astenuti e un solo contrario. Via libera poco dopo anche alla mozione del centrodestra: 193 voti a favore, 224 astenuti (tra cui i deputati delle forze di centrosinistra) e 3 contrari. Ieri, 20 ottobre, l’aula del Senato ha approvato l’ordine del giorno in cui sono confluite le quattro mozioni depositate dal Partito Democratico, dal M5s, da Liberi e Uguali e da Italia Viva sullo scioglimento di Forza Nuova e presentate dopo l’assalto alla Cgil dello scorso 9 ottobre a Roma, al quale hanno partecipato i leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, e altri esponenti dell’estrema destra. Ieri, a Palazzo Madama, è stata approvata anche la mozione del centrodestra che si pone l’obiettivo di contrastare «tutte le realtà eversive», «anche quelle di sinistra», e di dare seguito «agli accertamenti della magistratura» sugli scontri e sull’assalto alla sede nazionale del Cgil. L’ordine del giorno del centrosinistra approvato ieri indirizza politicamente il governo ad applicare la legge Scelba, ma non è vincolante. Ciò significa che l’esecutivo non è obbligato a procedere rispetto a quanto deciso dal Parlamento.

La diretta dalla Camera

Il Pd: «Nessun passo indietro»

All’inizio del dibattito il deputato del Pd Emanuele Fiano ha chiesto e ottenuto la sospensione dei lavori di mezz’ora. Il motivo l’ha spiegato la capogruppo Debora Serracchiani: «Arrivare a dei testi che possano essere il più condivisi possibile». Il Pd nel frattempo ha difeso a spada tratta la scelta fatta ieri di trasformare le mozioni in un ordine del giorno. Il senatore Dem Dario Parrini, primo a intervenire il giorno precedente a Palazzo Madama, ha specificato che la scelta è stata tecnica anche se, ovviamente, l’ordine del giorno non rappresenta un vincolo per il governo. «Circola un’illazione infondata sul fatto di aver votato un ordine del giorno e non una mozione avrebbe indebolito la nostra battaglia. Pure fantasie – ha dichiarato il presidente della commissione Affari costituzionali e componente della giunta per il Regolamento di Palazzo Madama -. L’ordine del giorno e la mozione, per il regolamento del Senato, sono due atti di indirizzo al governo dotati di identica forza di impegno politico. La differenza tra i due strumenti è puramente nominalistica. E per prassi quando più mozioni vengono unificate – com’è avvenuto ieri con le mozioni di Pd, M5s, Iv e Leu – tecnicamente il documento risultante che viene posto in votazione prende il nome di ordine del giorno».

L’opposizione di Fratelli d’Italia

Fiano, tra i primi a parlare durante la discussione, ha dichiarato: «La richiesta di chi chiede di contrastare qualunque totalitarismo non può trovare che il nostro sostegno, noi siamo sempre dalla parte della Repubblica contro ogni sovversione – ha puntualizzato, con chiaro riferimento al centrodestra che ha presentato una mozione unitaria contro ogni totalitarismo in generale -. Ma abbiamo nelle nostre radici il dettato della Costituzione che indica in un sol caso di sciogliere un partito: sciogliete le organizzazioni fasciste del Paese». Da Fratelli d’Italia, la deputata Ylenja Lucaselli ha detto: «I fatti del 9 ottobre sono terribili, ma va eliminata l’ipocrisia dell’ideologia politica. Siamo rammaricati dall’assenza del ministero degli Interni, avremmo voluto vedere a Roma la stessa solerzia che è stata usata a Milano, quando la sede della Cgil poteva essere attaccata da gruppi di estrema sinistra».

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