Giarrusso (M5s), costretto a parlare in inglese, interrompe l’intervento al Parlamento europeo. La replica: «Mi è stato negato un diritto» – Il video

L’eurodeputato del MoVimento 5 Stelle scrive a Open per rispondere alle critiche seguite al suo intervento in inglese maccheronico al Parlamento europeo: «Difetto di un software del Parlamento»

L’account Twitter di Azione e quello di Selvaggia Lucarelli hanno pubblicato un video di una seduta del Parlamento Europeo in cui si sente l’eurodeputato del MoVimento 5 Stelle Dino Giarrusso che inizia a parlare del prosecco e della sua salvaguardia ma subito dopo si interrompe. Quando lo avvertono che non c’è la traduzione simultanea del suo intervento e dovrebbe parlare in inglese, Giarrusso prima prova a farlo («I try it, i’m not perfect in english») e poi si interrompe e continua in italiano: «No, io non riesco a fare l’intervento in inglese perché l’ho scritto in italiano e non riesco a tradurlo. Non mi è stato detto che potevo farlo in inglese. Chiedo di poterlo fare in italiano, se possibile». Ma purtroppo non è possibile per ragioni tecniche. E allora l’eurodeputato è costretto a rinunciare all’intervento. Naturalmente sui social network è subito partito lo sfottò.


La replica di Giarrusso

Il deputato ha inviato a Open una replica a quanto accaduto, commentando una serie di notizie – a suo dire false – riportate dalla stampa. Eccola:


  1. Ero presente ed ho firmato in commissione (fake che non ci fossi). Come sempre l’intervento era obbligatoriamente di 60 secondi, e lo avevo quindi scritto come tutti i colleghi.
  2. Sono dovuto rientrare a casa per un’urgenza familiare e l’ho fatto sapendo che si poteva seguire da remoto: per me è la prima volta dalla riapertura perché sono sempre presente.
  3. Il software del Parlamento (obbligatorio per partecipare a queste riunioni) non è compatibile con la telecamera dell’iPhone, ma questo non ci è stato detto in anticipo
  4. A un minuto dall’intervento mi è stato comunicato che lo avrei fatto solo in audio per questo problema che è loro, non mio. Nessuno mi ha avvisato contestualmente che i traduttori non accettano di tradurre se non vedono il labiale.
  5. Solo allora mi è stato chiesto, al volo, di farlo in inglese. Ho provato a farlo, ma mi sono immediatamente accorto di non essere in grado. Sfido chi non ha una conoscenza lingua madre (non è il mio caso) a tradurre leggendo in italiano un intervento tecnico della durata obbligata di un minuto in inglese, senza preavviso.
  6. Ho quindi chiesto di farlo in italiano COME MIO DIRITTO INALIENABILE DA REGOLAMENTO EUROPEO, e mi è stato negato, togliendo dunque un diritto sacrosanto ad un parlamentare italiano. (Fake totale: ha rinunciato all’intervento)
  7. Sono tornato in parlamento furioso, altro che rinuncia, protestando vivacemente e ho scritto una lettera al presidente di commissione Vins e a Sassoli, perché MI È STATO NEGATO UN DIRITTO per un DIFETTO SOFTWARE DEL PARLAMENTO, non affatto per colpe mie.
  8. Per quale ragione si è scatenata la shitstorm nei miei confronti Quale sarebbe la mia colpa?

È una fake totale, una notizia inventata da chi non sa nulla di come funziona il Parlamento europeo e le sue regole. Naturalmente la shitstorm ha causato insulti, violenza verbale, minacce di morte e il solito schifo online.

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