Bufera su Report per l’inchiesta sui vaccini. Pd, FI e Iv: «Propaganda No vax». Ranucci: «Macché»

La Commissione di Vigilanza Rai ha chiesto un chiarimento ai vertici dell’azienda pubblica per il servizio andato in onda ieri sera su Rai tre. «Grave episodio di disinformazione»

«Ieri sera su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No vax e No Green pass: su questo chiediamo un un chiarimento ai vertici Rai». Ad annunciarlo è la Commissione di Vigilanza Rai, in guerra aperta con la trasmissione Report e il servizio andato in onda lunedì sera su Rai Tre. Al centro dell’inchiesta giornalistica l’errore di comunicazione di Aifa e ministero della Salute sulla quantità di vaccino Moderna da somministrare come terza dose nei mesi di settembre e ottobre. L’azienda produttrice avrebbe consigliato di iniettare agli over 60 «una dose dimezzata», forte delle ricerche scientifiche che riportano, tra le altre cose, anche «un minor rischio di reazioni avverse». Il gruppo di giornalisti d’inchiesta ha continuato il racconto specificando come Aifa avrebbe invece raccomandato l’intero dosaggio del vaccino Moderna per la terza dose, 100 microgrammi invece che 50. «Il ministero l’8 ottobre cambia idea e specifica di utilizzare soltanto Pfizer», continua il servizio di Report, «ma intanto 30-40 mila anziani hanno ricevuto il dosaggio intero».


Vigilanza Rai: «Grave episodio di disinformazione»

Alla narrazione fatta da Report però i parlamentati Pd della Commissione di Vigilanza Rai hanno reagito con toni duri elencando gli aspetti più dubbi dell’inchiesta di Rai Tre: «Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia, che affermano di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche. Un sedicente collaboratore del Comitato tecnico scientifico, anch’egli irriconoscibile e anonimo, che denuncia la totale imperizia dell’organismo su cui poggiano le decisioni politiche a tutela della salute pubblica dall’inizio della pandemia». E ancora: «Dubbi sull’efficacia dei vaccini, perplessità sulla durata della copertura degli anticorpi, affermazioni del tutto campate in aria sulla “larga frequenza di effetti collaterali” dopo la somministrazione del vaccino anti Covid, speculazioni dietrologiche sul “grande business della terza dose” detenuto da “multinazionali del farmaco” concentrate solo a “accumulare enormi profitti con la perdita di efficacia della terza dose”, dubbi sulla efficacia del Green pass e della sua eventuale estensione».


Una lunga lista che i deputati hanno riportato con non poca indignazione, per poi aggiungere: «Questo e molto altro è lo spettacolo a cui hanno assistito ieri sera i telespettatori italiani su Rai Tre. Perché con il servizio di Report “Non c’è due senza tre” firmato da Samuele Bonaccorsi e Lorenzo Vendemiale, è andato in onda un lungo compendio delle più gravi e irresponsabili tesi anti vacciniste. Un episodio molto grave di disinformazione su una rete del servizio pubblico radiotelevisivo, tanto più discutibile perché avvenuto proprio mentre operatori sanitari, giornalisti ed esponenti delle istituzioni sono obiettivo di manifestazioni No vax e No Green pass, spesso violente, che si alimentano proprio delle falsità contenute e diffuse dal servizio di Report».

Per tutte le ragioni elencate i parlamentari si sono poi rivolti al presidente e all’amministratore delegato della Rai, insieme al direttore di Rai Tre Franco Di Mare, chiedendo loro se fossero a conoscenza dei contenuti del servizio, «se ne avessero avallato la diffusione e quali iniziative intendono mettere in campo per ristabilire un livello corretto e veritiero di informazione sui vaccini anti Covid, sul lavoro del Comitato tecnico scientifico e sulle decisioni assunte dal Parlamento e dal Governo a tutela della salute pubblica dall’avvio dell’epidemia di Covid 19 e fino ad oggi».

Ranucci risponde: «Gli errori non vanno nascosti»

La risposta alle dichiarazioni della Commissione di Vigilanza Rai non si è fatta attendere. Il conduttore di Report Sigfrido Ranucci ha commentato le parole dei parlamentari Pd dichiarandosi «totalmente stufo di queste accuse». E ha aggiunto: «Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti No vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio». Il giornalista ha continuato su questa linea chiedendo: «È da No vax dire che il 9 settembre Aifa si è sbagliata a scegliere con troppa fretta di iniettare il vaccino Moderna a dose intera quando la stessa azienda Moderna sei giorni prima aveva raccomandato metà dose? Il riferimento è alle incongruenze della decisione di Aifa rispetto alle raccomandazioni di Moderna, avvenute a tre giorni di distanza l’una dall’altra. «È da No vax chiedere che venga fatto il tampone più frequentemente agli infermieri che rischiano di contagiarsi perché cala l’efficacia del vaccino? È da No vax chiedere di sorvegliare con attenzione gli anticorpi per fare prevenzione?», ha continuato.

Ranucci parla di un’inchiesta che aveva ospiti «scienziati del calibro dei membri del Fda e ha portato come esempio virtuoso Israele che ha già vaccinato il 65% della popolazione studiando il comportamento degli anticorpi, mentre da noi non c’è traccia di uno studio dell’Iss annunciato un anno fa». Riguardo alle accuse sull’anonimato poi il conduttore precisa: «Solo un infermiere non è apparso in video, ma gli altri, a cominciare dai sindacati, ci hanno messo la faccia. Non esiste nessuna infermiera che dice di essersi infettata a causa delle case farmaceutiche. Non so quale programma abbiano visto». Anche sull’argomento del pass sanitario Ranucci ha da rispondere: «Su come è stato prorogato il Green pass non abbiamo fatto altro che riportare lo scambio dei documenti intercorsi tra il ministro della Salute e il Cts. Sono No vax anche loro?».

Dopo aver replicato ai singoli punti dell’accusa il giornalista ha ribadito la posizione pro vaccino della redazione di Report, chiarendo però che «un fatto non ha colorazioni No vax. È un fatto e punto, che piaccia o no». Il tentativo che secondo Ranucci è stato fatto dai parlamentari è quello invece di «cercare di nascondere gli errori», scegliendo «il miglior modo di alimentare chi non crede nel vaccino». La lunga risposta di Ranucci si conclude facendo luce sul «messaggio etico» dell’intera puntata «e cioè dire: pensiamo anche a vaccinare chi nel terzo mondo non ha neppure la prima dose».

Renzi: «Questo non è servizio pubblico»

«In queste ore ricevo l’ennesimo attacco di Report. Non il primo, non l’ultimo. Ma per giudicare questa trasmissione mi bastano le parole del conduttore Ranucci ieri: la terza dose è il business delle case farmaceutiche». Commenta con toni duri anche Matteo Renzi, di nuovo attaccato dal programma in merito al suo dubbio impegno per il Ddl Zan e ai suoi rapporti con l’Arabia Saudita. «Il vaccino non è un business, il vaccino per me è la salvezza dal Coronavirus. Report non fa servizio pubblico, tutto qui», ha continuato il leader di Italia Viva.

Ruggieri: «Report? Una lagna qualunquista»

«Mi spiace ascoltare da Report la lagna qualunquista per cui “il vaccino è il business delle case farmaceutiche” che per inciso hanno salvato il mondo». A commentare anche il deputato di Forza Italia e membro della commissione Vigilanza Rai Andrea Ruggieri. «Mi spiace perché Report è la seguitissima trasmissione di un’azienda che dovrebbe esaltare il progresso scientifico e i suoi benefici anziché offrire argomenti agli scettici verso la bontà del vaccino, e perché è un po’ come se qualcuno dicesse che medici, infermieri e altri professionisti abbiano tratto profitto dalla pandemia grazie ai molti straordinari retribuiti nell’emergenza sanitaria scatenata dal Coronavirus». E poi ha aggiunto: «Sarebbe ingeneroso verso chi ha risolto un problema di tutti, anche di chi non si vuole vaccinare, e profonde sforzi (tanto il personale sanitario, quanto le case farmaceutiche) che la collettività retribuisce giustamente e volentieri».

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