Istat, aumentano gli occupati, ma non tra i giovani. In Italia la seconda peggiore disoccupazione tra gli under 25 in Europa – I dati

Da gennaio sono 500mila i nuovi occupati, ma resta ancora una differenza di 300mila con i livelli precedenti alla pandemia

Il tasso di disoccupazione a settembre cala al 9,2 per cento (quindi -0,1 rispetto al mese precedente) ma aumenta tra i giovani di 15-24 anni al 29,8 per cento (+1,8). Secondo il report dell’Istat, diminuisce il numero di chi cerca un lavoro dell’1,2 per cento, cioè 28mila persone rispetto ad agosto. Un fenomeno che colpisce prevalentemente uomini con più di 24 anni. Il balzo della disoccupazione giovanile in Italia secondo Eurostat è secondo solo a quello della Spagna, dove il dato sugli under 25 senza un lavoro è al 30,6 per cento, in calo rispetto al 31,7 di agosto. Migliora anche la Grecia passata al 24,5 per cento rispetto al mese precedente, quando la disoccupazione giovanile segnava il 32,8 per cento. In Italia a settembre sono calati anche gli inattivi tra i 15 e i 64 anni dello 0,3 per cento, cioè 46 mila persone, prevalentemente riguardo alle donne, i giovani tra i 25 e i 34 anni e gli over 50. Dopo i cali di luglio e agosto, gli italiani con un lavoro sono aumentati di 59 mila unità (+0,3 per cento) rispetto al mese precedente e di 273 mila unità (dunque +1,2 per cento) rispetto a settembre 2020. Il tasso di occupazione, rispetto ad agosto, sale di 0,2 e arriva al 58,3 per cento. Rispetto al mese di gennaio 2021, a settembre è stato registrato un saldo positivo di poco più di 500 mila occupati.


Il motivo? La ripresa del lavoro dipendente che è cresciuto di 520 mila unità. Rispetto ai numeri pre-pandemia Covid, quindi prima di febbraio 2020, il numero di occupati risulta essere inferiore di oltre 300 mila unità. Il tasso di occupazione e il tasso di disoccupazione, invece, sono più bassi rispettivamente di 0,4 e 0,6 punti. Il tasso di inattività, infine, è superiore di 0,9 punti. A settembre si registra anche un calo di 28 mila occupati autonomi (-0,6 per cento) e di 11 mila dipendenti permanenti (-0,1) contro, invece, un aumento di 97 mila dipendenti a termine (+3,3) confrontando i dati del mese precedente. Dunque, nei 12 mesi l’occupazione risulta essere in crescita grazie all’aumento dei dipendenti permanenti (+0,5 per cento, pari a +69 mila) e a termine (+13,2 per cento, +353 mila); in diminuzione gli autonomi (-3 per cento, -150 mila).


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