La strana storia del bonus Ama: gli spazzini pagati per non andare in ferie o in malattia a Roma

La mossa di Gualtieri per il piano di pulizia straordinaria. 360 euro per i lavoratori che rinvieranno i permessi e garantiranno la presenza durante le feste

Un bonus per chi rinvierà ferie e permessi a dopo il 9 gennaio. Questa è la mossa del sindaco di Roma Roberto Gualtieri per il piano di pulizia straordinaria da 40 milioni di euro che punta a rendere la Capitale più decorosa entro Natale. Insieme alle nuove destinazioni per l’immondizia di Roma a Mantova, Livorno, in Abruzzo e a Latina. Che dovranno sopperire all’indisponibilità del Tmb di Frosinone che ha portato al rallentamento della raccolta ordinaria in città. «La prima boutade della giunta in stile Raggi», commenta l’opposizione. Il tasso di assenze dentro la municipalizzata dei rifiuti si è attestato intorno al 15%; tra l’8 e il 9,2% le assenze per malattia. Per questo l’amministratore unico dell’azienda Angelo Piazza, insieme al Campidoglio, si è posto l’obiettivo del calo dell’assenteismo. E così i dipendenti che non saranno assenti tra il 22 novembre e il 9 gennaio avranno i maggiori incentivi. Tra questi un premio aggiuntivo con un totale di 3 milioni di euro stanziati. A patto che si verifichi una «riduzione del tasso di assenza per malattia di almeno il 10% (almeno nei mesi di dicembre e gennaio) rispetto alla percentuale registrata nei mesi di settembre ed ottobre 2021″.


L’assessore Sabrina Alfonsi spera così di concludere il piano entro fine anno, quando pure è atteso un picco nella produzione di rifiuti, il programma straordinario di pulizia dispiegherà i suoi effetti. L’accordo firmato con i sindacati prevede “premialità” fino a 360 euro per i lavoratori che parteciperanno al programma rinviando ferie e permessi e garantendo un tasso di presenza elevato nel periodo delle feste. «Il bonus per i dipendenti Ama che non si mettono in malattia è la prima boutade in stile Raggi – dice la deputata azzurra Annagrazia Calabria -. Un premio in denaro per andare a lavorare, con buona pace dei romani che pagano le tasse».


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