«Ditemi dov’è che lo ammazzo». Con queste parole lo zio di Matias, il piccolo di 10 anni ucciso lo scorso 16 novembre dal padre, Mirko Tomkow, 44 anni, a Vetralla, ha fatto irruzione all’ospedale Belcolle di Viterbo. Con lui aveva un coltello. Cercava il padre di Matias, arrestato e accusato di omicidio volontario e ora ricoverato presso la struttura penitenziaria dell’ospedale Belcolle. «Ditemi dov’è che lo ammazzo», diceva, prima di essere stato bloccato dai carabinieri della compagnia di Viterbo. Dopo aver sgozzato il figlio, l’uomo ha tentato di suicidarsi ed è stato ricoverato. Le esequie del piccolo Matias sono state celebrate ieri nella chiesa di Santa Maria del Soccorso, a Cura di Vetralla: centinaia le persone che hanno detto addio al bimbo. Tra loro anche i suoi compagni di scuola. «Sarai mio amico per sempre», si legge su un pallone lasciato davanti alla porta di casa di Matias insieme a tanti altri omaggi. Decine di palloncini gialli con il nome dei bimbi e delle bimbe amici di Matias sono stati lanciati in aria alla fine del funerale. Tomkow era accusato di violenza domestica e la moglie lo stava lasciando.
In copertina ANSA/Massimiliano Milani | I carabinieri sul luogo dove un bambino di 10 anni è stato ucciso con una coltellata alla gola in casa a Vetralla, vicino Viterbo, 16 novembre 2021.
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