Dopo 20 anni Harry Potter torna nelle sale. Lo youtuber Caleel: «Questa saga è immortale» – L’intervista

Da oggi in Italia si potrà tornare al cinema per vedere “Harry Potter e la pietra filosofale”, il primo film della saga. All’inizio degli anni duemila aveva incassato 974 milioni di dollari

Hogwarts, Sala Grande | Musica e ambiente di Harry Potter. Un video di tre ore con immagini ispirate al castello di Hogwarts che promette di riportare chi lo ascolta nell’atmosfera disegnata dai film della saga. È questa la musica di sottofondo che abbiamo scelto per scrivere questa intervista ed è questo uno dei tanti segni di come la community dei fan di Harry Potter, Potterhead in gergo, sia ancora attiva e assetata di contenuti. Per gli altezzosi purosangue tutto questo è cominciato nel 1997, con la pubblicazione del primo libro firmato da J. K. Rowling. La consacrazione della saga però è arrivata con i film e il capostipite, Harry Potter e la pietra filosofale, è arrivato in Italia esattamente 20 anni fa: la prima proiezione è stata il 6 dicembre del 2001. Per celebrare questo anniversario da oggi, 8 dicembre, il film è tornato nelle sale. Nel 2001 aveva incassato in tutto il mondo oltre 974 milioni di dollari, piazzandosi subito al 46° posto della classifica dei film con maggiori incassi, tra il primo capitolo della trilogia Lo Hobbit e Batman – Il cavalieri oscuro. La saga cinematografica di Harry Potter, contando anche l’ultima appendice di Animali Fantastici, è diventata il terzo franchise più redditizio della storia del cinema. Un incasso totale di 9,19 miliardi di dollari, inferiore solo ad altre due epopee: Star Wars e il film del Marvel Cinematic Universe. Per capire i meccanismi che hanno reso così popolare questa storia abbiamo chiesto indicazioni a Adrian Rednic, noto in internet come Caleel. Su YouTube guida uno dei canali che hanno prodotto più contenuti su Harry Potter. I suoi video, pubblicati a partire dal 2015 hanno superato i 63 milioni di visualizzazioni.


YOUTUBE | Il video più visto del canale di Caleel

Dove hai visto il primo film di Harry Potter?


«Quando sono usciti i film ero ancora molto piccolo. Ho passato la mia infanzia in Romania e mi ricordo che quando sono arrivato in Italia c’erano già i primi manifesti del terzo film, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. I primi film però li ho visti a casa. Mio papà aveva trovato i Dvd e un giorno ha radunato a casa tutti i miei amici per vederli insieme».

Quando hai avuto tra le mani il primo libro della saga?

«All’inizio li ho letti tutti in rumeno. Da piccolo mi piaceva tantissimo leggere e la mia maestra mi aveva dato questi libri perché erano un po’ più impegnativi di quelli per bambini che di solito vengono proposti nei programmi scolastici. Mentre leggevo La pietra filosofale a un certo punto mi è sanguinato il naso e una piccola goccia è caduta sulla pagina. L’ho visto come un modo per firmare un patto di sangue con questa storia. Ora quel libro è il pezzo più importante della mia collezione».

Ti ricordi quale pagina hai macchiato?

«No ma controllo subito. Eccolo, pagina 75, capitolo Binario 9 e ¾. È proprio l’inizio: sono i primi dialoghi tra Harry Potter e Ron nell’espresso verso Hogwarts».

Quando è uscito il primo film avevi 4 anni, quando è uscito l’ultimo ne avevi 14. Per te Harry Potter è una saga generazionale?

«Assolutamente sì. Al mio esame di Maturità ho portato una tesina su questo argomento. Per noi Harry Potter è stato prima di tutto un romanzo di formazione. Vediamo i personaggi crescere, assumersi sempre più responsabilità e diventare adulti. E poi in tutto questo c’è Hogwarts (la scuola di magia in cui si ambienta la storia ndr): ho sempre detto che il 90 per cento del successo della saga è dovuto all’ambiente creato da questa scuola. È un posto in cui ognuno di noi ha pensato di entrare almeno una volta».

OPEN | Lo youtuber Adrian “Caleel” Rednic

Hai aspettato anche tu la lettera per Hogwarts?

«Ovviamente sì. Da bambino c’era sempre il dubbio: il mondo dei maghi era tenuto segreto ai babbani e quindi pensavi che magari quella lettera poteva arrivare anche a te. Non posso negare che un po’ sono rimasto deluso quando ho compiuto 11 anni e nessun gigante è arrivato a sfondare la porta di casa mia con una torta in mano».

Su TikTok si trovano diversi video di shifters, persone che cercano di fare sogni lucidi immaginandosi a Hogwarts. Cosa attrae così tanto i ragazzi?

«Rowling è stata brava a parlare proprio delle scene quotidiane. I suoi libri e i film diventano quasi un prodotto di conforto, una storia in cui ti rifugi quando vuoi riposare un po’. Viene descritta tutta la routine all’interno della scuola e ti sembra davvero di immaginare la tua giornata. Molti ragazzi sognano di essere ad Hogwarts ma senza essere Harry Potter, vorrebbero essere un qualsiasi altro mago o strega. È un castello dove gli studenti vivono in modo indipendente, lontano dai genitori. Non c’è la tecnologia, ci si può staccare dal mondo e tutto è avvolto dalla magia».

Attorno a Harry Potter si è creata una delle community più solide nel mondo del fantasy.

«L’aspetto sociale è stato fondamentale. Da bambino mi piaceva tanto ma non ero un fan sfegatato. Mi sono avvicinato alla saga durante l’adolescenza. Mi sono mosso soprattutto su Facebook ed è stato bello condividere questa passione con altri perché poi la alimentavamo a vicenda. E poi quando questa community si stava formando dovevano ancora uscire gli ultimi libri e i film della saga: abbiamo potuto vivere anche le attese e gli spoiler della saga».

Le ultime opere legate alla saga sono abbastanza dimenticabili. È un brand che sta morendo?

«Non credo: ha una base talmente solida che difficilmente morirà. Se un libro o un comunque un prodotto legato alla saga non funziona le persone fanno semplicemente finta che non esista: è successo con la Maledizione dell’erede, uno spettacolo teatrale ambientato anni dopo la fine della saga. Non è piaciuto molto e i fan hanno smesso di parlarne».

Le posizioni transfobiche prese da J.K. Rowling hanno allontanato il pubblico dalla saga?

«No. Lo hanno allontanato dall’autrice. Per molti la prima reazione, di pancia, è stata: “Non voglio supportare questa persona”. Ma poi i fan hanno diviso l’autrice dalla sua opera. Ormai è come se la saga avesse una vita propria. I film poi nello specifico non sono nati solo da Rowling ma arrivano dal lavoro di migliaia di persone tra attori, produttori e registi».

Qual è il tuo ricordo più bello legato alla saga?

«È abbastanza recente. Prima del Covid avevo cominciato una serie di viaggi in cui portavo gli appassionati di Harry Potter nel Regno Unito per vedere le location in cui è stato girato il film. Un giorno siamo stati alla cattedrale di Durham, dove sono ambientate alcune scene di Hogwarts. Quando sono arrivato per la prima volta mi sembrava di essere entrato davvero in quella scuola. Era identica e il chiostro era pieno di fan della saga con tanto di sciarpe e cappelli delle loro Case preferite. Sono tornato bambino».

Un’ultima domanda. Avrai sicuramente fatto il test ufficiale, qual è la tua Casa (all’interno della scuola di magia di Hogwarts gli studenti sono divisi in quattro “case” ognuna per uno dei fondatori ndr)? Stai parlando con un orgoglioso Tassorosso.

«Ovviamente Serpeverde, la migliore».

Foto di copertina: Immagine da “Harry Potter e la pietra filosofale”

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