Le Olimpiadi invernali di Pechino diventano sempre di più un caso diplomatico. Dopo l’annuncio nei giorni scorsi di Australia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada di non voler mandare le proprie delegazioni di ministri e funzionari ai Giochi, la Cina ha risposto a tono. «Hanno utilizzato la piattaforma delle Olimpiadi per la manipolazione politica», ha dichiarato oggi, 9 dicembre, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin. «E, per questo sbaglio, dovranno pagare un prezzo». I quattro Paesi hanno motivato la loro scelta dicendosi preoccupati per la situazione dei diritti umani nel Paese asiatico (ma anche, come l’Australia, per i disaccordi commerciali). La reazione della Cina è arrivata nei giorni in cui l’Unione europea sta valutando la sua posizione sul tema. Ma in Europa c’è chi si è già smarcato: il ministro francese dell’Istruzione e dello Sport, Jean-Michel Blanquer, ha dichiarato in un’intervista radiofonica che Parigi non seguirà l’esempio degli altri Paesi e manderà la propria delegazione all’evento.
Immagine di copertina: EPA/ROMAN PILIPEY
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