Povia assente alla manifestazione No Green pass di Genova: «Il cantante è positivo al Coronavirus»

Secondo quanto riferito dagli organizzatori della protesta, «il cantante non era in formissima, ma sta bene, siamo tranquilli»

Doveva esserci anche Povia al 22esimo sabato consecutivo di proteste No Green pass a Genova. Ma il cantante noto da anni per le sue posizioni No-vax e contrario all’immunizzazione contro il Covid («non la farei neanche morto» perché «non immunizza, puoi contagiare ed essere contagiato e se ti contagi non è vero che non puoi avere effetti gravissimi o estremi», diceva), ha dovuto dare forfait agli organizzatori che lo attendevano nel capoluogo ligure. Il motivo? Povia sarebbe rimasto contagiato dal Coronavirus. «Non era in formissima, ma siamo tranquilli», ha dichiarato una delle organizzatrici della protesta confermando che Povia avrebbe disertato la manifestazione genovese. Giuseppe Povia, al momento, sui suoi canali social non ha rilasciato alcuna dichiarazione.


La protesta di Povia contro Sanremo, Rai e il governo

L’ultima sua uscita sui social riguarda una smentita a proposito l’essere stato scartato dalla lista degli artisti in gara a Sanremo 2022. Povia ha definito «scemenze» le voci che lo davano per escluso. Poi la precisazione: «Sono anni che non mi presento, ci tengo a dirlo. Per motivi ideologici e politici la Rai, e cioè il governo, non ammetterebbe mai a Sanremo un cantautore che contesta le scelte schizofreniche, illogiche, anti-costituzionali e anti-scientifiche del governo stesso. Il tutto si ridurrebbe ai soliti termini usati da chi ha un handicap ideologico e cioè “No-vax” (il termine corretto è NoCovid19Vax, perché i vaccini nella vita li abbiamo fatti, “Omofobo” altro termine ideologico che non vuol dire nulla, “Fass1sta” razz1sta, Popul1sta”… insomma vi rimando ad una canzone presentata a Sanremo qualche anno fa, La terminologia dei bimbiminkia: sentite il boato e immaginatela ai Sanremo dei governi tecnici», ha concluso Povia, attaccando il governo Draghi.


Foto in copertina d’archivio: ANSA/CLAUDIO ONORATI

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