Esplosione a Ravanusa, tre vittime accertate. Si scava con le mani in cerca di 6 dispersi, due donne salve – I video

Poche ore dopo l’esplosione sono stati recuperati i cadaveri di un uomo e tre donne, rimasti intrappolati sotto le macerie delle palazzine crollate dopo l’esplosione

Sono tre le vittime finora accertate per il crollo di tre palazzine avvenuto ieri sera 11 dicembre a Ravanusa, nell’Agrigentino, dopo una potente esplosione che sarebbe stata causata da una fuga di gas del metanodotto. Le vittime identificate al momento sono Pietro Carmina, Enza Zagarro e Liliana Minacori, mentre non è stata ancora individuata una quarta vittima. Nella notte di lavoro incessante dei soccorritori, due donne sono state estratte vive dalle macerie, mentre restano ancora sei persone ancora disperse, tra cui una giovane infermiera incinta. In almeno 5 erano nella stessa casa, mentre altre due persone erano in appartamento attiguo. A lungo si sono susseguite le voci della presenza di due bambini rimasti intrappolati sotto le macerie, ma all’alba il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, ha smentito la presenza di minori tra i dispersi. Sono almeno 100 le persone sfollate.


A complicare i soccorsi nelle prime ore era stato un vasto incendio, da cui però diversi abitanti delle palazzine vicine all’esplosione sono riusciti a sfuggire. Da sotto le macerie intanto arrivavano le voci di chi era ancora rimasto intrappolato. Come quella di Carmina, la 80enne salvata con sua cognata, anche lei estratta viva. Intervistata da Repubblica, la donna ha raccontato gli ultimi attimi prima del crollo: «È improvvisamente andata via la luce, poi sono venuti giù il tetto e il pavimento». Per ore i vigili del fuoco l’hanno cercata, trovandola anche grazie al suo aiuto: la donna ha urlato finché non si è fatta rintracciare assieme a sua cognata, che era al piano inferiore.

Le cause

La fuga di gas si è interrotta solo questa notte poco prima delle 3.30, quando i tecnici dell’Italgas sono riusciti a isolare il tratto di rete coinvolto nell’esplosione. Ci sono volute ore perché i vigili del fuoco riuscissero a domare le fiamme, in uno scenario di guerra descritto dai soccorritori, con macerie, vetri rotti, detriti e un acre odore di bruciato. L’esplosione di ieri sera verso le 20.30 è stata sentita anche nei paesi vicini: «Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso – ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino – A innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l’attivazione dell’ascensore».

Al momento nessuna ipotesi è esclusa, come confermano anche da Italgas, saranno le indagini dei prossimi giorni a chiarire meglio cosa abbia provocato il disastro, se un tubo rotto per il maltempo o uno smottamento del terreno. La procura di Agrigento ha aperto un’indagine per disastro e omicidio colposo, mettendo sotto sequestro l’area di 10 mila metri quadrati coinvolta nell’esplosione: «Faremo una mappatura attenta dei luoghi – ha spiegato il procuratore di Agrigento, Patronaggio – partiamo da una fuga di metano ma non escludiamo alcuna pista».

I dispersi

In origine erano c’erano cinque componenti della stessa famiglia tra i dispersi sotto le macerie della palazzina di quattro piani distrutta dall’esplosione. Due persone sono state trovate morte, altre due invece sono state salvate: si tratta di un’anziana di 80 anni, ricoverata a Licata con gravi fratture e sua cognata, rintracciata dai soccorritori attraverso lo squillo del suo cellulare e portata in ospedale ad Agrigento. Ancora nessuna traccia invece di un’infermiera al nono mese di gravidanza e suo marito. Si cercano intanto altre due persone, che si trovavano nella casa attigua.

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