«Zaki non può tornare in Italia ora», fonti egiziane smentiscono lo studente: il suo nome in una black-list

Lo studente dell’Università di Bologna aveva detto a Che tempo fa di non avere alcun divieto di viaggiare. Ma dopo la sua scarcerazione sarebbe finito in una black-list che gli vieterebbe di lasciare l’Egitto

Patrick Zaki non potrà tornare in Italia finché non sarà finito il suo processo. Fonti anonime egiziane hanno rivelato che il nome dell’attivista è stato inserito in una black-list che li impedisce di lasciare l’Egitto senza un’assoluzione. Le fonti citate dall’Ansa spiegano che non è noto se Zaki sia in possesso del suo passaporto: «Ma non importa – spiegano – perché gli è vietato viaggiare». La rivelazione contraddice quanto riferito dallo stesso attivista, che durante l’intervista a Che tempo che fa su Rai3 aveva detto di non avere per il momento nessun divieto di viaggiare: «Credo di poter venire in Italia al più presto» aveva detto. Lo studente dell’Università di Bologna tornerà in aula il 1° febbraio, quando è stata fissata la prossima udienza per il processo che lo vede imputato per diffusione di notizie false dentro e fuori l’Egitto.


Lo studente rischia altri 5 anni di carcere, dopo due già trascorsi in cella. In quell’udienza, la difesa di Zaki presenterà una memoria difensiva. Lo scorso 7 dicembre, quando l’attivista aveva ottenuto la scarcerazione, l’avvocata Hoda Nasrallah aveva chiesto l’acquisizione dei video delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporti del Cairo, oltre che di un rapporto dei servizi segreti e di un verbale della polizia. La difesa dello studente spera di dimostrare con quei documenti che, tra il 7 e l’8 febbraio del 2019, Zaki fu catturato illegalmente. Sono stati richiesti anche gli atti di un vecchio processo e le convocazione di un testimone che dovrebbe aiutare a dimostrare come l’articolo per cui è accusato Zaki non diffondeva alcuna falsità.


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