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Il Regno Unito verso il “circuit breaker” per i contagi: «Ma forse è tardi per fermare Omicron»

19 Dicembre 2021 - 13:18 Maria Pia Mazza
Secondo i consulenti del governo sono necessarie ulteriori restrizioni «entro pochi giorni» per evitare il rischio di paralizzare gli ospedali. Il ministro Javid è pessimista

«Potrebbe essere troppo tardi per rispondere alla variante Omicron, perché i casi individuati nel Regno Unito sono già molto diffusi. In qualità di governo, faremo tutto quello che è necessario fare e in queste ore stiamo monitorando i dati e ne discutiamo con i nostri scienziati e con i nostri migliori consulenti, praticamente quasi ogni ora». Sono le dichiarazioni del ministro della Sanità del Regno Unito, Sajid Javid, alla domanda se subito dopo Natale (forse già dal giorno di Santo Stefano, ndr) nel paese verranno introdotte nuove restrizioni per contenere i contagi di Coronavirus, che ormai da giorni non scendono sotto i 90 mila nuovi casi giornalieri.

Il ministro contro i No vax

«È il momento di essere estremamente cauti perché sappiamo che il virus si diffonde rapidamente – ha proseguito Javid -. Non ci sono garanzie in questa pandemia, e a questo punto dobbiamo tenere in considerazione ogni possibile misura» per frenare i contagi, le ospedalizzazioni e i decessi. E il ministro della Salute britannico ha duramente attaccato il 10 per cento della popolazione britannica (circa 5 milioni di persone, ndr) che, al momento, non si è ancora sottoposta a una sola dose di vaccino contro il Sars-CoV-2. «Il comportamento dei No-vax – ha dichiarato Javid – è dannoso per la società, e queste persone devono essere consapevoli dei danni che stanno causando: occupano letti in ospedali che potevano servire per chi ha un problema al cuore o per chi è in attesa di un intervento». E il ministro della Salute britannico ha poi aggiunto: «Invece di proteggere se stessi e la loro comunità hanno deciso di non vaccinarsi, impattando in modo estremamente dannoso su tutta la società».

Un lockdown di due settimane

Il professor Mark Walport, membro dello Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage), ha risposto con un netto e telegrafico «Sì» alla domanda del giornalista della Bbc che lo interrogava sull’opportunità o meno di introdurre nuove restrizioni. Sir Walport ha dichiarato che «i contagi stanno aumentando rapidamente e che deve essere dunque creato uno spazio temporale in modo tale che vaccini e richiami somministrati possano avere effetto». E il membro del Sage ha specificato che «è necessario agire subito per contenere il tasso di ricoveri ospedalieri, ridurre la pressione sulla forza lavoro – e ovviamente molte persone sono in malattia al momento – e, soprattutto, dare alle persone la possibilità di vaccinarsi e dare il tempo a quelle vaccinazioni di avere effetto». Insomma, si fa sempre più insistente la richiesta da parte degli esperti di “circuit breaker“, ossia di un lockdown della durata di almeno due settimane, in modo da poter da un lato permettere di ridurre le possibilità di contagio e, dall’altro, di dare il tempo necessario alle persone di vaccinarsi di sviluppare gli anticorpi necessari per difendersi dal virus e non sviluppare la malattia grave.

Foto in copertina: EPA/ANDY RAIN

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