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Green pass, vaccini, multe: cosa cambia dal 10 gennaio al 31 marzo. Il calendario delle nuove regole

nuovo decreto covid calendario regole 10 gennaio
nuovo decreto covid calendario regole 10 gennaio
A partire da domani entrano in vigore restrizioni che dureranno fino alla fine dello stato d'emergenza, previsto per il 31 marzo. Ecco il calendario delle nuove regole

A partire da domani, 10 gennaio, entrano in vigore una serie di restrizioni che interessano tutti i cittadini italiani. Il nuovo decreto Covid pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale e i precedenti provvedimenti costruiscono una serie di scadenze e nuove regole. E un calendario di date da rispettare. Cambiano le norme per il Green pass (tre tipi di nuovo certificato: base, super e mega) e quelle per ricevere la terza dose di vaccino anti Covid. Mentre da ieri è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per gli over 50 (che scadrà il 15 giugno). La Certificazione Verde Covid-19 sarà obbligatoria per il trasporto pubblico. Così come per bar e ristoranti. Mentre dal primo febbraio servirà quella base per i negozi.

Le date e le scadenze

Andiamo con ordine. La prima data chiave è quella di lunedì 10 gennaio. Da domani si riduce la distanza temporale per ricevere la terza dose del vaccino anti-Covid. Mentre la necessità del Super Green pass si estende per accedere ai trasporti pubblici locali, per il servizio di bancone al bar, per i ristoranti anche all’aperto, per gli alberghi e i centri benessere. Il certificato rafforzato servirà anche per piscine, centri sportivi e palestre (all’aperto), alberghi (compresi i ristoranti interni), impianti da sci e musei. Nella stretta anche feste, sagre e centri culturali e ricreativi, anche all’aperto. Intanto da ieri è entrato in vigore anche l’obbligo vaccinale. Il decreto specifica che sono obbligati all’immunizzazione «i soggetti che alla data del primo febbraio 2022 non abbiano iniziato il ciclo vaccinale primario; i soggetti che a decorrere dal primo febbraio 2022 non abbiano ancora effettuato la dose di completamento del ciclo vaccinale; i soggetti che a decorrere dal primo febbraio 2022 non abbiano effettuato la dose di richiamo».

Il primo febbraio scattano le sanzioni da 100 euro una tantum per chi non si è vaccinato. I controlli saranno demandati all’Agenzia delle Entrate, che effettuerà incroci tra i dati della tessera sanitaria e dell’anagrafe. Per quella data si riduce anche la validità del Green pass a sei mesi. Ci vorrà anche il Green pass base per entrare in tutti i negozi ad eccezione degli alimentari, delle farmacie e dei tabacchi. Il decreto prevede l’estensione dell’obbligo di Green pass base (ossia da avere anche con tampone negativo) per l’accesso a «pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali, fatti salvi quelli necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona da individuare con Decreto del presidente del Consiglio dei ministri”.

Da gennaio a giugno

Dal 20 gennaio invece scatta l’obbligo di Green pass base per andare dal parrucchiere, dal barbiere e nei centri commerciali. Il 31 gennaio scade la chiusura di discoteche e sale da ballo. L’obbligo vaccinale, indipendentemente dall’età, è poi esteso a tutto il «personale delle università, delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e degli istituti tecnici superiori». Un’altra data chiave è quella del 15 febbraio. Da quel giorno scatta l’obbligo di presentazione del Super Green pass sui luoghi di lavoro. Gli over 50 che non lo hanno saranno considerati assenti ingiustificati ma senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro. L’obbligo dura fino al 15 giugno 2022. Chi non ha il Green pass non riceverà la retribuzione.

È inoltre vietato l’accesso dei lavoratori ai luoghi di lavoro in violazione dell’obbligo vaccinale e la violazione delle disposizioni è sanzionata con il pagamento di una somma tra i 600 e i 1.500 euro. Restano ferme le conseguenze disciplinari. Per il periodo in cui la vaccinazione è omessa o differita, il datore di lavoro può impiegare i lavoratori a mansioni anche diverse. Senza decurtazione della retribuzione, in modo da evitare il rischio di diffusione del contagio da SARS-CoV-2, ma «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». La multa da 100 euro la commina il ministero della salute attraverso l’Agenzia delle entrate che provvede acquisendo i dati resi disponibili dal Sistema Tessera Sanitaria. La procedura è questa: il ministero comunica ai soggetti inadempienti l’avvio del procedimento.

Lo stato d’emergenza

Poi indica il termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione, per comunicare all’Azienda sanitaria locale competente per territorio l’eventuale certificazione relativa al differimento o all’esenzione dall’obbligo vaccinale. Oppure un’altra ragione di assoluta e oggettiva impossibilità. I soldi delle multe andranno al Fondo emergenze nazionali. Il calendario si chiude il 31 marzo, che ad oggi è il giorno in cui si concluderà lo stato d’emergenza (e con esso gli effetti della legislazione emergenziale anti-Covid). Ma è probabile che la recrudescenza dei contagi porti a un nuovo rinvio. Il 15 giugno scade l’obbligo vaccinale.

Il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre ha detto ieri in un’intervista all’agenzia di stampa Ansa che è «problematica» la norma sull’accesso dell’Agenzia delle Entrate ai dati sui non vaccinati del ministero della Salute. E questo perché «non è stato previsto un obbligo vaccinale per tutti, che invece sarebbe stata la via maestra. Che l’Agenzia delle Entrate possa accedere a dati sensibili di un altro ufficio amministrativo, che attengono alla salute e alla libertà di cure della persona qualche problema lo pone dal punto di vista della legittimità costituzionale». Potrà essere questo il fondamento per impugnare le multe dell’Agenzia delle Entrate agli ultra 50enni che non si vaccinano? «Secondo me sì, ma si deve tenere presente che di fronte a epidemie gravi, come questa, la giurisprudenza tende a andare al ribasso, ad applicare le leggi sempre che che non ci sia una ricaduta pesante sull’epidemia stessa».

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