L’ondata in Francia peggiore di quanto appare, il ministro della Salute: «I contagi reali sono di un milione al giorno: le vecchie misure non funzionano»

Secondo Olivier Véran, le misure tradizionali contro il virus «non sono efficaci su una variante così contagiosa come Omicron»

L’ultimo bollettino francese ha segnato un nuovo record. Circa 370.000 nuovi contagi da Coronavirus registrati in un giorno. Una cifra che però, come sempre, non tiene conto della grossa quota di positivi che sfugge al tracciamento. Ne è consapevole il ministro della Salute Olivier Véran che ha stimato un numero effettivo di casi giornalieri di gran lunga superiore a quello che finisce nelle rilevazioni ufficiali. «Quando si diagnosticano 370.000 casi in un giorno, si può considerare che non siamo lontani da un milione, nella realtà», sono le parole di Véran ai microfoni di France Info a proposito dell’andamento della pandemia nel Paese. Secondo il ministro della Salute, la Francia «non lascia circolare la variante Omicron» ma le restrizioni adottate nelle precedenti ondate questa volta non sembrano essere efficaci. « Le misure tradizionali non hanno impatto su una variante così contagiosa. La certezza – ha proseguito il ministro – è che Omicron è destinata a circolare e attraversare il pianeta quando i paesi apriranno».


In settimana sono stati effettuati 12 milioni di tamponi, ha fatto sapere Véeran, ma le difficoltà di tracciare le catene di trasmissione sono note e condivise dalla gran parte dei Paesi europei. Dal momento che le misure e le restrizioni note fin qui non stanno portano a risultati concreti nella lotta contro il Covid, il governo farà presto ricorso al pass vaccinale che al momento sembra essere l’unica via percorribile. La maggioranza chiamata a esprimersi sul provvedimento è stata chiara: «Il Super Green pass non deve essere una misura permanente». Ma per ora sembra più che mai necessaria per accedere a diversi luoghi pubblici: «Bisogna battersi con tutte le armi possibili per fare arretrare il Covid». In Francia, come in molti altri Stati Ue, il sistema ospedaliero è sottoposto a una forte pressioni per via dei continui nuovi ingressi. Al momento ci sono 22.000 pazienti ricoverati per Covid, 3.900 sono i malati più gravi ospedalizzati in terapia intensiva. Ad aggravare la situazione, ha ricordato Véran, è anche il periodo invernale, «segnato dall’influenza e dalle conseguenze della bronchiolite, che è stata particolarmente forte quest’anno».


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