Alluvione di Livorno, l’ex sindaco Nogarin rinviato a giudizio: è accusato di omicidio colposo plurimo

L’inchiesta fu aperta subito dopo l’ondata di maltempo. A provocare la morte di otto cittadini fu la furia di acqua, fango e detriti trasportata da tre torrenti “tombati”

L’ex sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, è stato rinviato a giudizio, su decisione del Gup, per l’alluvione nella città toscana del 10 settembre 2017 in cui morirono otto persone. L’ex primo cittadino è accusato di omicidio colposo plurimo. Lo stesso Gup ha invece assolto Riccardo Pucciarelli, l’ex comandante della polizia municipale allora a capo della protezione civile comunale, che aveva scelto il rito abbreviato. Il processo avrà inizio il prossimo 12 maggio. L’inchiesta fu aperta subito dopo l’ondata di maltempo. A provocare la morte di otto cittadini fu la furia di acqua, fango e detriti trasportata da tre torrenti “tombati”, cioè da corsi d’acqua trasformati nel corso del tempo, diventati sotterranei perché sopra sono state compiute opere di urbanizzazione. Tra le vittime anche Filippo, un bimbo di 4 anni, i suoi genitori e il nonno. All’inizio le indagini furono svolte verso ignoti, poi la svolta nel 2018 e il coinvolgimento di Nogarin. La procura gli contestava – così come a Pucciarelli, poi assolto – «non la mancata previsione di quanto accadde ma in sostanza l’inerzia delle loro condotte quella notte quando tra l’altro non fu lanciato alcun allarme alla popolazione». Nogarin ha sempre rivendicato la correttezza della condotta.


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