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La strigliata di Galli ai medici: «Zitromax introvabile? Prescritto per Covid da incompetenti: si vergognino»

16 Gennaio 2022 - 09:55 Giada Giorgi
L'antibiotico azitromicina è al centro di uno scontro aperto tra comunità scientifica e medici di base che lo prescrivono ai pazienti positivi. Galli: «Italia in testa alle classifiche per batteri resistenti agli antibiotici»

«Prescrivere un antibiotico a un positivo? Da incompetenti». Così il prof. Massimo Galli commenta il caso dell’azitromicina, diventato introvabile negli ultimi giorni soprattutto nelle farmacie romane. In un periodo di contagi galoppanti, l’antibiotico, tra i più importanti medicinali usati per curare a casa i sintomi alle vie respiratorie, è andato esaurito, prescritto nella maggior parte dei casi dai medici di base, insieme al paracetamolo, per intervenire sulle prime fasi di contagio da Covid-19. Per questa ragione l’infettivologo Galli parla di assoluta incompetenza da parte dei suoi colleghi. «Stiamo parlando di un medicinale che non serve assolutamente a nulla in questa malattia. E che rischia di far mancare il farmaco a chi ne ha veramente bisogno», spiega all’Adnkronos, «c’è il pericolo di buttare alle ortiche l’utilità di una molecola importante». L’infettivologo, che poche settimane fa ha raccontato a Open la sua positività al virus dando il solo merito della guarigione alle dosi di vaccino ricevute, rincara la dose: «Ci sono medici che dovrebbero solo vergognare per continuare a fare ricette. Non serve a nulla e non va fatto». Già a novembre del 2020 Massimo Galli lanciava l’allarme di numerose richieste ricevute sull’uso dell’azitromicina contro Covid-19: «Ricevo continue richieste sull’uso dell’azitromicina nelle persone con Covid 19. Devo ribadire che non vi è alcuna prova sulla sua efficacia, mentre l’impiego improprio o non necessario di una terapia antibiotica può causare danni»., scriveva su Twitter mesi fa, ma a quanto pare il messaggio non è stato chiaro molti.

«Medici non in grado di esercitare la professione»

Le testimonianze dei medici di famiglia alle prese con pazienti preoccupati e in cerca di cure tempestive contro il virus sono arrivate nelle ultime ore a giustificazione di una iperprescrizione per molti esperti dannosa. «Non può essere una giustificazione da parte di alcuni medici quella di voler assecondare le richieste dei pazienti», risponde Galli, «Se si cede vuol dire che non si è in grado di fare il proprio mestiere». E aggiunge: «Ci sono fior di lavori scientifici che ci dicono che questo antibiotico non serve a nulla nel Covid, le complicazioni polmonari batteriche non sono frequenti in questa infezione virale». Il messaggio della comunità scientifica nei confronti di un uso troppo eccessivo di antibiotici è già stato diffuso svariate volte e al di là dell’emergenza Covid, ma le indicazioni sembrano non essere chiare nemmeno agli stessi operatori sanitari. «Il nostro Paese è in testa alle classifiche di isolamento di batteri resistenti agli antibiotici. Questo è solo colpa dell’iperprescrizione e l’inappropriatezza nell’uso di questi farmaci. Lo abbiamo detto in tutti i modi. Credo francamente che questo ultimo esempio sia scoraggiante: si butta via denaro e si corrono rischi evitabili», ha concluso Galli.

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