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La rotta di Amazon per lo spazio passa da Napoli: Bezos invia il suo braccio destro a trattare con le aziende

21 Gennaio 2022 - 09:15 Valerio Berra
Non è la prima volta che Blue Origin punta gli occhi sul territorio campano. I contatti sono avviati ma per strutturare un vero progetto servirà ancora tempo

I primi contatti erano stati registrati alla fine dello scorso novembre. Micheal Callari, direttore commerciale di Blue Origin per l’area europea, era stato a Napoli per capire se l’azienda spaziale di Jeff Bezos potesse cominciare a investire nelle imprese di questo territorio. Una perlustrazione che ha portato i suoi frutti, visto che nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro tra Callari e le aziende del napoletano che lavorano nel settore aerospaziale. A scriverlo è il quotidiano Il Mattino, che anticipa anche l’obiettivo finale di questa collaborazione: la creazione di componenti per una Stazione spaziale privata gestita da Blue Origin che funzioni da punto di raccordo tra la Terra, la Luna e un giorno anche Marte. Secondo il quotidiano campano, a partecipare a questa operazione sarà anche la Banca di Credito Cooperativo di Napoli.

Progetto ambizioso? Certo. Soprattutto perché a differenza della SpaceX di Elon Musk, la compagnia di Bezos deve ancora dimostrare di avere le capacità di competere nel settore. Fino a questo momento la sua massima prova di forza è stato il lancio di New Shepard, il razzo a bordo del quale il 20 luglio 2021 il fondatore di Amazon è arrivato a 100 chilometri d’altezza per restare qualche istante fuori dai confini della nostra atmosfera. Un risultato impensabile fino a dieci anni fa per una società privata ma nulla in confronto ai contratti di SpaceX con la Nasa che hanno permesso a Musk di portare astronauti sulla Stazione Spaziale internazionale.

La struttura del Dac, il Distretto Aerospaziale Campano

Secondo gli ultimi dati pubblicati sul sito della regione Campania, il numero di realtà attive nel settore aerospaziale in questo territorio è arrivato a 30. Tra queste ci sono 8 grandi aziende, 11 piccole e medie imprese e 11 centri di ricerca che includono 5 atenei guidati dall’Università Federico II di Napoli. Il presidente del Dac è Luigi Carrino che proprio riguardo l’inizio della collaborazione con Bezos ha spiegato che è il caso di essere prudenti: «Questa è la fase più delicata perché si può mandare a rotoli un dialogo appena avviato anche con un piccolo errore di presunzione».

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