Le Foche: «La mascherina? Dimentichiamola ma teniamola in tasca. E da venerdì sorrisi a tutti»

L’immunologo: «Il contagio all’aperto non è da escludere ma sarebbe un evento eccezionale»

«Sì, dimentichiamola, ma teniamola in tasca, pronti a sfoderarla in caso di assembramenti e, naturalmente, per entrare al chiuso dove ancora vige l’obbligo». L’immunologo Francesco Le Foche festeggia oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’addio alle mascherine all’aperto dall’11 febbraio. E spiega: «Niente è da escludere del tutto, ma essere contagiati all’aperto, se vaccinati con tre dosi, è davvero un evento eccezionale». Per il professore «con la mascherina diciamo addio al simbolo di una fase critica, nera, della nostra vita. È un segnale di rinascita e ripresa, sul piano morale è un ricostituente». Anche se la variante Omicron non è scomparsa: «No, però il suo obiettivo è restare con la specie umana senza minacciarla. Questo virus è il ponte tra la pandemia e l’endemia. Se sapremo gestire bene questa ultima fase, saremo arrivati alla fine». E il prossimo venerdì lo possiamo trascorrere così: «Sorridiamo a tutti, anche agli sconosciuti». Infine, due parole sul caso di Modena, dove due genitori volevano sangue No vax per il figlio ma il tribunale ha dato loro torto: «Se è in gioco la vita di un malato non c’è condizione che possa bloccare il medico tanto più se il no alla cura è legato a credenze infondate come quella che il sangue donato da vaccinati sia contaminato. Vere e proprie sciocchezze. E in ballo c’è la sopravvivenza di un bimbo».


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