L’appello di un atleta ucraino a Pechino: «No alla guerra». Il Comitato olimpico: «Non sarà squalificato»

In occasione della cerimonia di apertura, il presidente del Cio Bach aveva sollecitato i leader mondiali a «dare una possibilità alla pace»

Ha sfilato dalla tasca un foglio rivestito da una copertina trasparente, lo ha aperto e lo ha mostrato al pubblico e alle telecamere che trasmettono le gare dei Giochi olimpici invernali di Pechino. Sul foglio, un appello alla pace: «No alla guerra in Ucraina». Questo il gesto di cui è stato protagonista l’atleta Vladyslav Heraskevych e che arriva in un momento di grandi tensioni con la Russia. L’atleta, prima di estrarre il suo messaggio di pace, ha eseguito le sue tre prove di skeleton e in classifica si è piazzato al diciassettesimo posto provvisorio allo Yanqing National Sliding Center. La Carta olimpica prevede che «nessun tipo di manifestazione o propaganda politica, religiosa o razziale è consentita in alcun sito, sede o altra area olimpica». Tuttavia, fonti del Comitato olimpico citate da Forbes dicono che l’atleta non sarà squalificato.


Cosa dice la Carta olimpica

La Carta olimpica afferma anche che «l’obiettivo dell’olimpismo è mettere lo sport al servizio dello sviluppo armonioso dell’umanità, nell’ottica di promuovere una società pacifica attenta alla conservazione della dignità umana». L’appello alla pace dell’atleta ucraino va però inserito in un contesto particolare. Lo stesso presidente del Cio Thomas Bach ha approfittato di questo palcoscenico per condividere un messaggio del tutto simile nel corso della cerimonia di apertura di Pechino 2022, andata in scena il 4 febbraio allo Stadio nazionale della capitale. Prendendo in prestito le parole di John Lennon, Bach ha sollecitato i leader mondiali a «dare una possibilità alla pace».


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