«Ma che stai sulla Salaria?»: a Roma una prof rimprovera così una studentessa per la sua pancia scoperta

«Atti del genere sono inaccettabili. Chiediamo un intervento immediato della scuola», si legge nelle stories sulla pagina Instagram del collettivo ‘Ludus’

«Mi ha dato della prostituta, ha detto che stavo cercando di attrarre l’attenzione dei miei compagni di classe e che stavo mercificando il mio corpo facendo balli sensuali. Mi ha portata dalla vicepreside dicendo che mi avrebbe messo una nota e mi avrebbe sospesa. Ovviamente al ragazzo non è stato detto nulla». Questo è il racconto di Francesca (il nome è di fantasia), studentessa del liceo scientifico Augusto Righi di Roma. Con queste ragioni la ragazza è stata accompagnata dalla vicepreside, si legge su Fanpage. A causa della sua maglietta leggermente sollevata. «Ma cosa sei, sulla Salaria?», le avrebbe gridato citando una strada romana conosciuta per essere frequentata da lavoratrici del sesso e dai loro clienti. «Atti del genere sono inaccettabili. Chiediamo un intervento immediato della scuola», si legge nelle stories sulla pagina Instagram del collettivo ‘Ludus’. Gli studenti e le studentesse del liceo si sono riuniti su Zoom per discutere dell’episodio.


Cosa è successo

È la terza ora e, aspettando la docente, una supplente di filosofia, i ragazzi cominciano a cantare una canzone di Sanremo e a ballare. A quel punto la professoressa arriva in aula: «Le ho chiesto scusa e mi sono riabbassata la maglietta, ma lei si è concentrata sulla mia pancia scoperta e ha cominciato ad urlare», dice la ragazza all’agenzia Dire. Poi al cospetto della vicepreside la professoressa «ha cambiato tutto il racconto. Ha detto che lei voleva tutelarmi e spiegarmi che le donne che assumono quei comportamenti sfruttano il proprio corpo per avere dei vantaggi, poi ha iniziato a mimare il mio atteggiamento, ballando in modo sensuale, umiliandomi. È giusto rispettare un dress code, ma non stavo indossando una maglietta corta, è stato solo un momento. E poi poteva riprendermi semplicemente, e mi sarei subito scusata come ho fatto. Senza darmi della prostituta o minacciarmi di sospensione. Non capisco perché umiliarmi in quel modo. In estate i ragazzi vengono con i pantaloncini corti, e nessuno li ha mai minacciati di sospensione. C’era anche chi aveva le mascherine abbassate in quel momento, ma l’unica cosa che le ha dato fastidio è stata la mia pancia scoperta. Sono sicura che chi ha questi comportamenti non lo fa con cattiveria, ma è cresciuto in un ambiente sessista e patriarcale. E continua a diffondere queste idee maschiliste e sessiste anche in classe».


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