Iss, Rezza: «Situazione migliora, ma numeri ancora alti». Quattro regioni vanno in zona gialla – Il video

Secondo l’ultimo monitoraggio settimanale dell’Iss il tasso di incidenza scende a 672 casi per 100mila abitanti (da 962 di sette giorni fa). In calo anche intensive e reparti ordinari

Una situazione epidemiologica in miglioramento ma non a tal punto da farci star tranquilli. A dirlo è il presidente del Dipartimento per la prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza che commentando il monitoraggio settimanale Iss sui dati Covid parla di numeri «ancora alti». L’esperto non nega la netta decrescita di tutti i valori della curva ma i dati non possono definirsi ancora bassi: «Per questo serve mantenere comportamenti ispirati alla prudenza con l’uso di mascherine nei luoghi chiusi e in caso di assembramento. Necessario allo stesso modo è completare il ciclo vaccinale», spiega. Il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità diffuso oggi 18 febbraio dalla cabina di regia registra un deciso calo dell’incidenza settimanale: scesa in 7 giorni da 962 a 672 casi ogni 100 mila abitanti. A confermare la decrescita anche il presidente Iss e portavoce del Comitato tecnico scientifico Silvio Brusaferro: «L’incidenza è sotto la soglia epidemica e tra i Paesi europei la curva mostra come siamo tra gli Stati che stanno marcando una decrescita significativa». La riduzione spiegata dallo scienziato a capo dell’Istituto superiore di sanità riguarda tutte le fasce d’età: «La diffusione del virus è diminuita in tutte le categorie anagrafiche e in particolar modo nelle fasce d’età più giovani come quella 0-9 anni e quella 10-19 anni».


La situazione negli ospedali

Secondo quanto registrato dal monitoraggio settimanale Iss, continua a diminuire anche la pressione ospedaliera. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 10,4% contro il 13,4% della settimana precedente. Nelle aree mediche a livello nazionale si segnala un valore del 22,2%, contro il 26,5% di sette giorni prima. «Le proiezioni a 4 settimane», spiega Brusaferro, «indicano che la probabilità di occupare le intensive al di sopra di certe soglie tendono ad abbassarsi significativamente e in area medica le proiezioni sono di un’occupazione contenuta». Un quadro che secondo l’esperto viene riconfermato «anche in termini di reinfezione». «Sappiamo», continua il presidente Iss, «che la variante Omicron può reinfettare anche chi ha avuto contatti con altre varianti del virus».


14 regioni a rischio basso

Due regioni sono classificate a rischio alto, secondo il dm del 30 aprile 2020, a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati; cinque regioni sono classificate a rischio moderato. Le restanti 14 regioni sono classificate a rischio basso. Sono 12 invece i territori che riportano almeno una singola allerta di resilienza. Due regioni riportano molteplici allerte di resilienza.

Quattro regioni in giallo, slitta il bianco della Lombardia

Alla luce dei dati della Cabina di Regia, le Regioni che cambiano colore dall’arancione al giallo sono: Abruzzo, Marche, Piemonte e Valle d’Aosta. Tra le regioni che dal giallo speravano invece di passare al bianco c’erano Lombardia e Veneto, ma per il momento la decisione del ministero è stata quella di attendere. L’ufficiale passaggio dovrebbe a slittare a lunedì 28 febbraio

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