Monitoraggio Iss, calano l’Rt e l’incidenza. Rezza: «Primi segnali di miglioramento» – Il video

Secondo la bozza del report dell’Istituto Superiore di Sanità anche i dati su terapie intensive e reparti ordinari appaiono in diminuzione

Sono numeri in discesa quelli diffusi nella bozza del monitoraggio settimanale sulla pandemia di Covid dell’Istituto Superiore di Sanità. L’incidenza dei contagi sulla popolazione scende a 1.823 casi su 100 mila abitanti, rispetto ai 2.011 della scorsa settimana. Il territorio che registra il dato più alto è la Provincia autonoma di Bolzano con 3.258,5 positivi su 100mila abitanti. A seguire l’Emilia Romagna con 2732,8 casi e le Marche a 2644,9 contagi su 100 mila abitanti. Anche l’indice Rt diminuisce: dall’1,31 degli ultimi 7 giorni si è passati allo 0,97. Sul fronte della pressione ospedaliera, i dati della bozza incoraggiano sia per i reparti ordinari che per le terapie intensive. Il tasso di occupazione dei posti letto in rianimazione, a livello nazionale, si attesta al 16,7%, contro il 17,3% del precedente monitoraggio. Anche in area medica la percentuale scende: dal 31,6% della scorsa settimana si passa a un attuale 30,4%. La Provincia autonoma di Trento registra il tasso maggiore di occupazione nelle terapie intensive con il 27,8%. A seguire le Marche con il 27,3% e il Friuli Venezia Giulia con il 23,4%. Le regioni in cima alla classifica dei posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari sono la Valle d’Aosta (50,3%), Liguria (39,3%), Sicilia (38,1%) e Calabria (38%).


Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha commentato: «La curva mostra una lieve decrescita e questo è testimoniato sia dall’incidenza sia dall’indice Rt che si sta attestando sotto la soglia epidemica e questa è un’indicazione positiva. Il quadro europeo mostra curve in generale di crescita epidemica mentre il nostro Paese, insieme a qualche altro, comincia a mostrare un’inversione di tendenza e questo è anche un altro segnale coerente con i dati che osserviamo. Resta comunque una elevata circolazione del virus in quasi tutte le regioni». «Ad eccezione della fascia d’età 0-9, tutte le altre fasce d’età mostrano negli ultimi 7 giorni una decrescita dei casi», ha detto Brusaferro. Giovanni Rezza, il direttore generale della prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute, ha aggiunto: «Questa settimana dopo una lunga ascesa il tasso di incidenza scende, anche l’Rt diminuisce. Si notano i primi segnali di miglioramento, ma il virus circola ancora molto, bisogna mantenere la prudenza».


Scendono i positivi con sintomi

Secondo la bozza Iss, i dati sul tracciamento risultano essere in lieve aumento: dal 15% di casi rilevati con tamponi della settimana scorsa al 18% attuale. Scende però la percentuale di positività rilevata con la manifestazione di sintomi: dal 41% al 38%. A rimanere stabile è il numero di nuovi contagi da Covid-19 «non associati a catene di trasmissione»: dai 658.168 ai 652.401.

Quattro regioni a rischio alto

Il quadro generale si mostra dunque al ribasso ma dall’Istituto superiore di sanità arriva la segnalazione di un’anomalia sulle tempistiche di inserimento dati da parte delle Regioni. «Diverse Regioni e province autonome hanno segnalato un ritardo nell’inserimento dei dati del flusso individuale», spiegano i tecnici, «e non si può escludere che tali valori possano essere sottostimati». Nel frattempo le stesse Regioni aspettano di sapere i prossimi eventuali passaggi di colore. Stando ai dati però non dovrebbero esserci cambiamenti sui livelli di rischio. Nessuno dei territori supera le diverse soglie di rischio dei ricoveri per passare dal bianco al giallo, dal giallo all’arancione o dall’arancione al rosso.

Secondo la bozza del monitoraggio settimanale sono 4 i territori classificati a rischio alto, «di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati». 9 regioni risultano invece a rischio moderato. «Tra queste, 3 Regioni sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Otto i territori classificati a rischio basso», spiegano gli esperti. E aggiungono: «Sono 15 le Regioni e province autonome che riportano almeno una singola allerta di resilienza. Quattro Regioni riportano molteplici allerte di resilienza».

Omicron dominante al 95,8%

Nel frattempo il Ministero della Salute fornisce un nuovo monitoraggio flash sulla diffusione della variante Omicron nel Paese. Secondo quanto riportato dai campioni esaminati dai laboratori della Fondazione Kessler e dei centri regionali, il 17 gennaio scorso, in Italia, Omicron era predominante al 95,8%. «Con una variabilità regionale», spiegano i tecnici, «tra l’83,3% e il 100%». La Delta invece risulta al 4,2%.

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