Sono quattro le macro-categorie che andranno a colpire le sanzioni decise da Unione europea, Regno Unito e Stati Uniti contro la Russia per la minaccia di invasione dell’Ucraina. La battuta dell’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, mette già in chiaro che non ci saranno solo banche e istituzioni finanziarie strettamente legate al fondo sovrano russo: «Per i sanzionati, niente più shopping a Milano, feste a Saint Tropez, diamanti ad Anversa». Nel mirino infatti ci sono anche i facoltosi oligarchi russi, che in Europa da anni non risparmiano investimenti dal calcio in Premier league nel Regno Unito al settore immobiliare, Italia compresa.
Gli oligarchi
Nella lista di chi da domani 23 febbraio potrebbe essere colpito dalle sanzioni occidentali ci sono innanzitutto i 351 membri della Duma, che hanno votato a favore del riconoscimento russo delle repubbliche di Donetsk e Lugansk nel Donbass. Ci sono poi 27 persone ed entità che direttamente e indirettamente hanno un ruolo nella minaccia separatista in Ucraina. Soggetti che finanziano materialmente i separatisti e altri che, secondo le accuse partite dal Consiglio Affari Esteri a Parigi, sostengono il sistema che alimenta la «guerra di disinformazione». Il Regno Unito, che finora aveva spalancato le porte anche ai fondi russi senza troppi complimenti, ha annunciato il congelamento delle proprietà britanniche degli oligarchi Gennady Timchenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg. A loro sarebbe anche impedito di mettere piede sul territorio britannico.
Le banche
Già da questa mattina, 22 febbraio, il premier britannico Boris Johnson aveva annunciato di voler impedire gli affari a Londra per istituti bancari russi come Rossiya, Is Bank, General Bank, Promsvyazbank e Black Sea Bank. Un provvedimento però che, spiega la Bbc, che potrebbe richiedere qualche settimana per poterlo applicare, visto che sarebbe necessaria una nuova legge del Parlamento. Anche le sanzioni europee e americane hanno preso di mira le banche russe, in particolare quegli istituti: «che stanno finanziando le operazioni militari russe e altre operazioni nei territori» delle repubbliche riconosciute da Mosca.
I mercati
Una delle novità rispetto allo schema di sanzioni già messo in atto nel 2014, all’epoca dell’invasione della Crimea, riguarda la limitazione alle istituzioni russe e quindi al fondo sovrano ai mercati e ai servizi finanziari europei. In questo modo le sanzioni puntano a impedire alla Russia di finanziare il proprio debito sovrano.
Commercio
Come già avvenuto nel 2014, le sanzioni europee impongono lo stop immediato alle esportazioni e alle importazioni tra i Paesi dell’Unione europea e le repubbliche separatiste del Donbass. Anche gli Stati Uniti hanno annunciato di voler fermare ogni investimento e ogni attività commerciale e finanziaria in quelle zone.
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